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Mappatura dei nei: quando va fatta e a chi rivolgersi?

by La Redazione
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La mappatura dei nei è un esame dermatologico che, a detta degli specialisti, andrebbe effettuato per la prima volta dopo il compimento dei 30 anni e, in seguito, a cadenza regolare, preferibilmente ogni due o tre anni, per monitorare le condizioni di salute della pelle e prevenire lo sviluppo di patologie anche gravi, tra cui il melanoma.

Vediamo nel dettaglio come si svolge l’esame, come prepararsi e quali sono i costi.

In cosa consiste la mappatura dei nei?

Il controllo dei nei è un test indolore e per nulla invasivo, che viene eseguito con un apposito strumento ottico – chiamato dermatoscopio – che permette di analizzare sia la morfologia che la struttura interna delle formazioni cutanee.

Il dermatologo provvede, quindi, a percorrere la cute con una lente illuminata, a sua volta collegata ad una telecamera, tenendo traccia di eventuali nei ritenuti “a rischio”, per i quali è necessario un ulteriore approfondimento e/o un monitoraggio continuo nel tempo.

Le immagini prodotte dal dermatoscopio vanno, poi, memorizzate digitalmente e combinate tra loro per costruire una vera e propria “mappa” del corpo. Ciò consente allo specialista di rintracciare, a distanza di mesi o anni, le formazioni che richiedono una particolare attenzione e rilevare qualsiasi mutamento, anche minimo, a livello di forma e dimensioni.

Come prepararsi in vista dell’esame?

A differenza di altri esami diagnostici, la mappatura dei nei non richiede una preparazione specifica da parte del paziente. Tuttavia, prima di recarsi in studio, è consigliabile seguire alcuni piccoli accorgimenti per facilitare l’attività del dermatologo, ossia:

  • no all’utilizzo di creme autoabbronzanti, in quanto potrebbero alterare il colore e la forma dei nei;
  • per lo stesso motivo, evitare di indossare il make-up;
  • eliminare lo smalto dalle unghie di mani e piedi per permettere al medico di analizzare anche queste aree;
  • tenere i capelli sciolti per agevolare il controllo del cuoio capelluto.

Autoanalisi della pelle e prevenzione

Per una corretta prevenzione delle patologie cutanee, i dermatologi suggeriscono di accostare una frequente autoanalisi della pelle al controllo tramite dermatoscopio.

In cosa consiste questa pratica?

Semplice: si tratta di ispezionare la pelle alla ricerca di nuovi segni o di eventuali cambiamenti di forma in quelli già noti, per fare rapporto al proprio medico.

A questo proposito, occorre menzionare il metodo ABCDE, consigliato per individuare formazioni sospette che potrebbero nascondere un melanoma nel suo stadio iniziale.

Scopriamo in dettaglio come applicare tale metodo, a partire dai suoi principi base:

  • La lettera A sta per Asimmetria, in quanto i melanomi tendono a presentare una forma irregolare ed asimmetrica, a differenza dei comuni nei. Dunque, se tagliando idealmente a metà il neo, le due parti ottenute risultano completamente incompatibili, potrebbe esserci qualcosa che non va.
  • La B sta per Bordi: quelli dei nei innocui sono ben definiti, mentre un contorno irregolare, con sfumature evidenti, è da considerarsi un campanello d’allarme.
  • La lettera C riguarda il Colore: se il neo ha una colorazione rosa, marrone chiaro o marrone scuro abbastanza uniforme, non dovrebbe costituire un problema. Diversamente, occorre prestare massima attenzione a tonalità come il nero, il blu e il rosso acceso – quest’ultima a causa del sangue – specialmente se presenti contemporaneamente nella stessa formazione, ad esempio sotto forma di chiazze.
  • D, ovvero Dimensioni: generalmente i nei non pericolosi hanno un diametro inferiore ai 6 millimetri. Le formazioni più grandi, pertanto, necessitano di controlli regolari, soprattutto se si verifica una crescita rapida o se sussistono altri fattori di rischio.
  • Riallacciandoci al punto precedente, la lettera E sta, appunto, per Evoluzione: qualsiasi cambiamento, specie se repentino, va segnalato prontamente al medico.

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