Palermo, 29 ott – La Procura di Palermo ha chiesto la condanna per 14 tra attivisti ed ex deputati regionali e nazionali del Movimento 5 Stelle e di un cancelliere del Tribunale per la vicenda delle firme false presentate nel 2012 a sostegno della lista del M5S per le elezioni comunali. Le pene sono comprese tra due anni e tre mesi e un anno e mezzo. Gli imputati sono accusati di falso e violazione della legge regionale del 1960 sulle consultazioni elettorali. La pena più alta è stata chiesta per il cancelliere Giovanni Scarpello e l’avvocato Francesco Menallo, mentre un anno e sei mesi, pena più lieve, è stata invocata per l’ex deputata regionale Claudia La Rocca che ha collaborato con gli inquirenti. Per tutti gli altri imputati è stata chiesta la condanna a due anni. I reati contestati si prescrivono tutti a febbraio.
In quella notte del 2012 falsificate migliaia di firme
Secondo la procura, nella notte del 3 aprile 2012, al comitato del M5S furono ricopiate migliaia di firme per provare a rimediare a un errore relativo al luogo di nascita di un sottoscrittore. Scoperto lo sbaglio e temendo di non riuscire a presentare in tempo la lista del Movimento per le Comunali, dovendo recuperare le sottoscrizioni una a una, il comitato elettorale ha deciso di ricopiarle. Le firme false sarebbero state autenticate dal cancelliere Scarpello. L’indagine coinvolse a vario titolo l’ex deputato nazionale Riccardo Nuti, allora candidato sindaco di Palermo, Giulia Di Vita e Claudia Mannino, ex parlamentari nazionali. Coinvolti anche i deputati regionali Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, che però hanno ammesso le loro responsabilità e accusato i loro compagni di partito. Ciaccio, però, non ha ripetuto le accuse in aula.
Ludovica Colli