immigratiRoma, 13 giu – A fronte del precipitare degli eventi (le stazioni di Tiburtina a Roma e Centrale a Milano trasformate in campi profughi, casi di cronaca e degrado uno dietro l’altro), sembra davvero surreale la gran calma con cui a Bruxelles si discute, si tratta, si media per trovare una impossibile soluzione al caos immigrazione.

La prossima tappa dell’elefante euroburocratico è il 25 giugno, con un summit in cui si tenterà ancora di convincere i partner europei a prendersi parte dei disperati sbarcati sulle nostre coste.

Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca già si chiamano fuori, anche se per il loro regime particolare non voteranno. Anche Paesi baltici, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna e Francia ci fanno ciao con la manina.

E per essere più esplicita, la Francia ha posizionato direttamente le camionette della polizia alla frontiera con l’Italia. Niente da fare, quindi, per i profughi che intendevano attraversare il confine, finiti ancora una volta a dormire per terra, dentro a una stazione.

Nel pomeriggio di ieri hanno invece improvvisato una manifestazione gridando slogan per la libera circolazione delle persone in Europa. La cosa ha comunque una logica: siamo stati noi i primi a diffondere l’idea di un mondo in cui chiunque ha il diritto inalienabile di andare dove vuole, perché dobbiamo negarlo proprio a loro? A suo modo, non fa una piega.

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