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La brutta estate di Parenzo: su Ong e immigrazione è una gaffe continua (Video)

by Ilaria Paoletti
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Roma, 11 lug – David Parenzo sta conducendo, insieme a Luca Telese, la trasmissione di approfondimento politico di La 7 intitolata In onda . La sua irrefrenabile voglia di fare propaganda politica pro Ong e immigrazione, però, gli sta facendo rimediare una serie di sonore brutte figure, prima con Giorgia Meloni e poi con Maurizio Belpietro.

Con la Meloni fa la figura del “falsario”

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni è stata la prima a mettere alle corde Parenzo: nella puntata in cui è ospite, si inizia discutendo animatamente del caso Sea Watch e di come andrebbe fermato il fenomeno dell’immigrazione clandestina. A questo punto, con un coup de théâtre, la Meloni tira fuori il libro scritto proprio da Parenzo intitolato I falsari, e lo accusa di aver montato ad arte alcune sue dichiarazioni, facendole dire che le nazioni che rifiutano di accogliere immigrati non dovrebbero avere i fondi Ue. Parenzo cambia mille colori, un po’ come Fantozzi alla cena di gala . Subito si affretta ad interrompere la Meloni accusandola (e qui siamo al paradosso) di fare una “marchetta” (sic) non gradita alla sua opera. La Meloni non demorde e, libro alla mano, lo mette alla berlina accusandolo di essere lui stesso un falsario. Tra una risatina nervosa e l’altra, Parenzo sembra preso dal ballo di San Vito, ma prova addirittura a spararla più grossa invitando la leader di Fratelli d’Italia a querelarlo: “Non l’ho ancora fatto perché mi sono accorta ora di quanto scritto” ribatte la Meloni “Ma non ti preoccupare che ci arrivo”. Parenzo non è in grado  – o forse non vuole – smentire la Meloni, continuando a sbandierare questa rinnovata etica professionale per cui non vorrebbe parlare del suo libro in tv per non farsi pubblicità. Telese è evidentemente imbarazzato e con lui, noi tutti, nonostante Parenzo non meriti nessuna compassione: il collega invita la Meloni a leggere il passo incriminato per provare a salvare il salvabile, ma lo stesso Parenzo si limita a pigolare un sommesso “non ha letto bene” che è un’ammissione di colpa davvero sgradevole.

Belpietro “affonda” Parenzo

La seconda puntata della pubblica gogna a cui Parenzo volontariamente si immola, come una sorta di Tafazzi dell’informazione, è quella che vede come suo antagonista il direttore de La Verità Maurizio Belpietro, in collegamento con lo studio di In onda. Nemmeno a dirlo, si parla di nuovo di Sea Watch e di quello che, secondo Belpietro, è il senso di impunità da cui sembrano affette le Ong. Parenzo ovviamente è dalla parte delle ong ed interrompe Belpietro per puntualizzare che la nave Mare Jonio della ong italiana Mediterranea Saving Humans batte bandiera, appunto, italiana. “Ora l’affare si complica un po’” dice Parenzo “perché da un punto di vista giuridico, queste persone sono già in Italia. Allora secondo te in questo modo non complica le pretese di Salvini?” (ovvero quelle che vorrebbero le Ong straniere “rincasare” nelle proprie nazioni di appartenenza con il loro carico di immigrati). Belpietro a questo punto sfodera il suo miglior sorriso enigmatico da statua etrusca, e ribatte: “Scusa David. Se la nave di una Ong è come se fosse già in Italia quando batte bandiera italiana, perché quando batte bandiera olandese non va in Olanda?“. Parenzo, insomma, è riuscito nella magnifica impresa di infilarsi da solo in un cul de sac: le sue faccette, a questo punto, coprono tutta la vasta gamma che va dal pentimento all’imbarazzo e il suo pomo d’Adamo che deglutisce è visibile dalla Luna. In studio crolla un silenzio gelido, nessuno ferma Belpietro: solo Parenzo ad un certo punto rinviene sfoderando la carta del “porto vicino più sicuro”. Anche qui, il direttore de La Verità inchioda il giornalista, spiegandogli in un monologo ineccepibile la legge del mare. Parenzo anche qui si esprime in un entusiastico e querulo “Ci torneremo!”. Telese lo salva, stavolta davvero, dando il collegamento a Mensurati. Non c’è che dire, in mancanza dei film estivi dei Vanzina, Parenzo e le sue comiche sono un ottimo sostitutivo. 

Ilaria Paoletti

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