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Marmo, silenzio, tuono: ad Acca Larenzia si rinnova la promessa

by Marco Battistini
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Roma, 7 gen – Franco Bigonzetti rimase ucciso sul colpo. Francesco Ciavatta fu raggiunto alla schiena dalla viltà del piombo rosso sulla scalinata posta a lato dell’ingresso della sezione. Poche ore dopo, invece, Stefano Recchioni trovò la morte nella mano armata di chi – in quei concitati frangenti – avrebbe dovuto garantire se non l’ordine, quantomeno il rispetto. “Assassinati dall’odio comunista e dai servi dello stato” recita la targa che ricorda le tre giovanissime vittime di Acca Larenzia. Un piazzale dove morte e slancio vitale sono destinati ad incontrarsi.

“Ogni anno sentirete Presente!

“Ogni anno sentirete Presente!”, per citare una nota canzone d’area. E nel pomeriggio odierno – ancora una volta, quarantasette anni dopo – giungeranno da tutta Italia ragazzi e ragazze, uomini e donne, militanti e semplici cittadini. Tedofori di quella fiaccola per la quale Franco, Francesco e Stefano hanno sacrificato le loro giovani vite.

In centinaia, composti e ordinati. Esercito spirituale, fermo immagine quasi scultoreo, come scolpito nella pietra. Il silenzio e poi quel tuono, ripetuto tre volte: “Presente! Presente! Presente!” Scrive Tony Fabrizio nel suo libro Incontro al Presente: «Sei immobile, il tuo corpo diventa di marmo, ma la tua mente ‘viaggia’, il tuo spirito si libera, i tuoi pensieri galoppano, il tuo cuore va a mille. Il vento e il freddo di fine Natale – che fino a pochi minuti prima ti squarciavano il viso – vengono spazzati via». 

Nonostante tutto

Forze vitali, quelle dei tre giovani e di tutti i caduti sul fronte dell’essere, che non svaniscono, ma si fondono in un’essenza più grande della singola individualità. “Presente”, come l’inviolabile termine inciso migliaia di volte sugli scalini del sacrario di Redipuglia. Dove riposano quarantamila soldati identificati e almeno altri sessantamila rimasti ignoti. 

E la miglior gioventù italiana sarà di nuovo lì, in Via Acca Larenzia, in questo freddo pomeriggio di inizio gennaio. Nonostante tutto. Malgrado le accuse giudiziarie ad orologeria, dalla tempistica assurda e strumentale: è notizia di qualche settimana fa che a trentuno militanti di CasaPound è stato notificato un procedimento penale per la commemorazione del 2024.

Moralmente più forti di ogni provocazione: come l’ignobile rimozione, effettuata su pressione del Partito Democratico, di una seconda targa, apposta da decenni e dedicata a Recchioni. O come le sterili polemiche estive sulla sezione – ancora oggi attiva – che porta il nome della stessa moglie di Faustolo, il pastore che trovò Romolo e Remo.

Acca Larenzia, 7 gennaio

Quel piazzale romano ha visto sangue versato nel fiore degli anni. È sopravvissuto alla morte e oggi – nella spiralità del tempo – sacralizza la vita. Come vedete, noi siamo ancora qua.

Marco Battistini

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