Roma, 18 apr – Intervenendo all’inaugurazione del Salone del Mobile presso la fiera di Milano a Rho, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha toccato diversi temi, dall’occupazione alla difesa del Made in Italy, dalla denatalità all’immigrazione, fino ai rapporti con l’Europa e l’autonomia strategica.
Meloni al Salone del Mobile: “Favorire le imprese”
È una Giorgia Meloni a tutto tondo quella che ha parlato dal palco del Salone del Mobile. Un evento di cui il presidente del Consiglio sottolinea l’importanza non solo in quanto “vetrina straordinaria a livello internazionale”, ma anche perché raccoglie “alcuni filoni strategici sui quali questo governo intende lavorare”. Primo fra tutti è il mondo delle imprese, che definisce come “le uniche vere creatrice di ricchezza, insieme ai lavoratori” e che lo Stato ha il compito di favorire con “tasse giuste, giustizia efficiente, burocrazia al servizio dei cittadini”. Cosa che il governo intende fare con la delega fiscale: “uno degli obbiettivi che si dà la delega fiscale è quello di abbassare l’Ires, a patto che quello che si risparmi venga investito in innovazione e in posti di lavoro”. Qui Meloni passa al tema del lavoro, evidenziando come “siamo in un tempo in cui non sempre all’aumento di produzione corrisponde un aumento di occupazione”. Motivo per cui il Governo vuole incentivare “l’incidenza di manodopera in rapporto al fatturato”, o, in altre parole,“più assumi, meno paghi”. Non risparmia nemmeno una critica al reddito di cittadinanza: “Non mi rassegno a una società nella quale il modello di riferimento è quello di favorire il reddito di cittadinanza, io voglio una società nella quale il modello di riferimento è come si fa a garantire e favorire il lavoro”.
La difesa del “Made in Italy”
Altro tema fondamentale è quello del “marchio”, ovvero del Made in Italy e delle eccellenze italiane: “Il marchio è la cosa più preziosa che abbiamo, a patto che siamo in grado di difenderlo e valorizzarlo”. Il governo starebbe, infatti, lavorando a una sorta di legge quadro basata su tre pilastri: “la lotta senza quartiere a contraffazione e concorrenza sleale, quindi con tutela dei brevetti e dei marchi, strumenti finanziari per far crescere le pmi particolarmente nei settori dell’eccellenza, e formazione e competenza”. Su quest’ultimo punto il presidente de Consiglio rilancia anche l’idea di un liceo del Made in Italy, tanto da parlare di una “rivoluzione culturale per mettere al centro il lavoro creativo italiano” e di “riallineare domanda e offerta di lavoro”.
Meno immigrazione, più incentivi a famiglie e occupazione femminile
A margine del suo intervento, Meloni ha anche parlato del Def e del tema immigrazione: “Abbiamo sempre più persone da mantenere e sempre meno persone che lavorano, al di là della valutazione però questo problema si risolve in vari modi. E il modo sul quale lavora il governo non è risolverlo con i migranti ma risolverlo con quella grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile”. Se il presidente del Consiglio riconosce che “in Italia abbiamo un problema di tenuta del nostro sistema economico e sociale dato dal fatto che per troppi anni non abbiamo investito sulla natalità e sulla demografia”, ritiene che una risposta vada data “alzando i livelli del lavoro femminile e portandoli alla media Europea già i nostri dati cambierebbero molto e anche lavorando sulla demografia e quindi sull’incentivazione della possibilità da parte delle famiglie di mettere al mondo dei figli. Questo è quello su cui il governo lavora”. Insomma, incentivi alla natalità e all’occupazione femminile contro quanti vorrebbero più immigrazione per aiutare i conti dello Stato.
Meloni risponde a Mattarella: “Il vero problema dell’Europa è un’assenza di autonomia strategica”
Meloni ha commentato anche la visita di Mattarella in Polonia, durante la quale il presidente della Repubblica aveva lanciato un appello all’Unione Europea pera una “azione coordinata” sul problema immigrazione: “Serve una nuova politica di asilo dentro l’Ue superando le vecchie regole che sono ormai della preistoria”. Appello in parte condiviso anche da Meloni: “Quello del presidente della Repubblica è un richiamo che tutti comprendiamo. Bisogna conciliare il tema dell’Europa con la difesa degli interessi nazionali, e l’Italia con l’attuale governo sta cercando di farlo nel migliore dei modi. Bisogna cercare delle sinergie perché bisogna rafforzare l’interesse nazionale italiano significa anche rafforzare un quadro di autonomia strategica europea”. Ha poi precisato come l’accento fato posto proprio sulla questione – recentemente messa in evidenza anche dal presidente francese Macron – dell’autonomia strategica: “Oggi il vero problema dell’Europa, nel quale l’Europa si sveglia, è un’assenza di autonomia strategica. Ci siamo svegliati che non siamo più padroni del nostro destino. Oggi si affronta. È un dibattito aperto. Qualcuno poneva il problema qualche anno fa, e veniva definito un pericoloso sovranista. È un tema centrale sul quale rafforzare la nostra capacità strategica è fondamentale”.
Michele Iozzino
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[…] Autonomia strategica, denatalità, immigrazione e “Made in Italy”: Meloni a tutto… […]
[…] ’30 del secolo scorso sono parole che hanno il sapore del suprematismo bianco. Mi auguro che Giorgia Meloni e il governo prendano le distanze da queste dichiarazioni fatte per altro nel giorno in cui il […]
Tutto “concentrato” per un Pil settoriale ? Capitalismo da canna del gas…