Roma, 2 dic – Il governo giallofucsia ha raggiunto un compromesso sul Mes, il fondo salva Stati Ue, dopo il lungo vertice di ieri, alla vigilia delle comunicazioni del premier Giuseppe Conte in Aula. Anche se l’accordo è semplicemente quello di rimandare lo scontro in Parlamento. La maggioranza resta disunita: Italia Viva ha disertato il vertice-fiume. “Noi – spiega su La7 il leader del partito Matteo Renzi – non abbiamo nulla su cui litigare, se la vedano tra loro”. Presenti, invece, oltre al premier al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, i 5 Stelle con il capo politico Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli (Sviluppo economico) e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, il Pd con i ministri Dario Franceschini (Beni culturali) e Vincenzo Amendola (Affari europei), e LeU col ministro Roberto Speranza (Salute). Dopo quattro ore, Pd e M5S ai ferri corti sulla riforma del trattato si sono accordati su due punti fermi: nessun rinvio della firma, Gualtieri negozierà mercoledì a Bruxelles secondo la “logica di pacchetto”, ossia il via libera alla riforma del Mes è condizionato al completamento dell’unione bancaria con la garanzia europea sui depositi bancari; secondo, la decisione finale sul Mes verrà presa “solo dopo che il Parlamento si pronuncerà con le risoluzioni che verranno approvate l’11 dicembre dopo le comunicazioni di Conte sul successivo Consiglio europeo”.
M5S: “C’è tanto da cambiare. Parlamento è sovrano”
I 5 Stelle incassano il risultato e spiegano: “Il Parlamento è sovrano ed è un bene che si sia deciso di non dare nessuna luce verde fino a quando il Parlamento non ne discuterà. È il Parlamento che parla per primo. Per noi tante cose nell’Unione economica e monetaria vanno riviste”. Anche Di Maio ricorda che “come abbiamo detto nulla si deciderà finché non si arriverà in Parlamento quando il presidente del Consiglio verrà a riferire e si dovrà approvare una risoluzione. Per noi non esiste solo il Mes, ma la riforma va valutata nell’ambito di un pacchetto di riforme nelle quali c’è tanto da cambiare“. Poi il ministro degli Esteri annuncia una risoluzione dei 5 Selle in cui “chiederemo che tutto il pacchetto di riforme Ue venga migliorato”.
Di Maio: “Abbiamo dieci giorni per votare le risoluzioni”
In ogni caso, Di Maio sottolinea che l’importante è che l’Italia non ratificherà pedissequamente il trattato, come voleva Conte. “Da qui a quando il premier verrà in Aula e si potranno votare delle risoluzioni ci sono dieci giorni. L’Eurogruppo del 4 dicembre dove andrà il ministro dell’Economia, non potrà dare nessuna luce verde finché il Parlamento non si sia espresso – sottolinea il capo politico M5S -. Poi qualcuno lo chiama rinvio, qualcuno riflessione, qualcuno lo chiama negoziato senza soluzione definitiva, per me quel che conta è che il Parlamento sia sovrano, si pronunci e si potrà pronunciare intorno al 10 dicembre, prima dell’Eurosummit“, conclude.
Salvini: “Da Conte mi aspetto la verità. Mes sarebbe danno enorme”
“Cosa mi aspetto da Conte sul Mes? La verità. Il nuovo Mes sarebbe un danno enorme per l’Italia e gli italiani“, attacca Matteo Salvini, che annuncia battaglia oggi in Aula contro il suo ex premier. Conte parlerà alle 13 alla Camera e alle 15.30 al Senato. Sul Mes “mi auguro che il M5S non cambi idea per salvare qualche poltrona visto che l’hanno sempre pensata come noi”, ribadisce il leader della Lega. “Se Di Maio ha un minimo di dignità che gli rimane in corpo non dovrebbe fare proclami ma ha i numeri in aula per far cadere il governo, è lui a decidere. Di Maio basta proclami, una volta tanto prendi una decisione seria”, è l’attacco di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.
Scontro Pd-M5S rimandato in Parlamento: vedremo se i 5 Stelle voteranno sì al trattato o contro, insieme all’opposizione. Nel secondo caso – numeri alla mano – il Mes non verrebbe ratificato. E per l’Italia sarebbe un bene: accedere al fondo Ue comporterebbe una ristrutturazione del debito che si abbatterebbe sui risparmiatori.
Adolfo Spezzaferro
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