Roma, 24 mar – “Mezzo milione di vaccini al giorno“: è l’obiettivo ribadito dal premier Mario Draghi (che attacca le regioni) nelle sue comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 marzo. Sul piano vaccini, spiega, “siamo all’opera per colmare i ritardi di questi mesi” e “l’accelerazione è visibile: quasi 170 mila dosi al giorno” inoculate “nelle prime 3 settimane di marzo, più del doppio che nei mesi precedenti e nonostante il blocco temporaneo di AstraZeneca”. Draghi non parla solo di pandemia, ma anche di politica industriale, digitalizzazione e politica estera. A tal proposito il premier saluta con entusiasmo l’annunciato collegamento con il presidente Usa Joe Biden durante il Consiglio europeo. “La sua presenza conferma la reciproca volontà di imprimere, dopo un lungo periodo, nuovo slancio alle relazioni fra l’Unione europea e gli Stati Uniti“.
Draghi contro le regioni: “Sui vaccini trascurano anziani in favore di altri gruppi”
Sul fronte della campagna vaccinale, Draghi ricorda che nella Ue “abbiamo quattro vaccini sicuri ed efficaci, tre in somministrazione e il quarto disponibile da aprile (Johnson&Johnson). Ora il nostro obiettivo è vaccinare più persone possibile nel più breve tempo possibile”. Poi il premier punta il dito contro le differenze tra regioni sulle somministrazioni delle dosi. Differenze che “sono difficili da accettare”. Il richiamo è stato di seguire “le priorità del piano nazionale”, in particolare per quel che riguarda la protezione degli anziani, trascurati “in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale. Dobbiamo essere uniti nell’uscita dalla pandemia come lo siamo stati soffrendo, insieme, nei mesi precedenti”.
L’avvertimento ai presidenti di Regione: “Decisioni finali spettano al governo”
“Tutte le regioni devono attenersi alle priorità indicate dal ministero della Salute – ribadisce il presidente del Consiglio -. In tempo di pandemia, anche se le decisioni finali spettano al governo, come ha ricordato anche una recente sentenza della Corte Costituzionale, sono pienamente consapevole che solo con una sincera collaborazione tra Stato e Regioni, in nome dell’Unità d’Italia, il successo sarà pieno”. Insomma, Draghi lancia un avvertimento ai governatori, lasciando intendere che per adesso non vuole avvalersi della clausola di supremazia dello Stato verso le regioni.
“Speriamo di riaprire le scuole primarie e dell’infanzia nelle zone rosse, dopo Pasqua”
Il premier tocca anche il tasto più delicato, quello delle riaperture. “Mentre la campagna di vaccinazione procede, è bene iniziare a pianificare le riaperture“. Come anticipato, “cominceremo a riaprire le scuole primarie e dell’infanzia, se la situazione lo permette anche nelle zone rosse, dopo Pasqua“. Per poi aggiungere: “Speriamo”. “Iniziare a pianificare”, tuttavia, è un po’ troppo vago e non dà affatto l’idea della tempestività.
“Accordi con case internazionali per produrre vaccini in Italia”
Per quanto riguarda la produzione dei vaccini in Ue, l’ex numero uno della Bce sottolinea che “si parla molto di autonomia strategica, in riferimento alla sicurezza e al mercato unico, ma la prima autonomia strategica è quella dei vaccini, oggi“. Per Draghi “la pandemia rende evidente l’opportunità di investire sulla capacità produttiva di vaccini in Europa. Dobbiamo costruire una filiera che non sia vulnerabile rispetto agli shock e alle decisioni che vengono dall’esterno. E abbiamo già iniziato a stabilire accordi di partnership con case internazionali per la produzione in Italia“.
“Ue deve avvalersi del blocco dell’export dei vaccini”
Ma vista la situazione, sottolinea il premier, “in sede europea, dobbiamo esigere dalle case farmaceutiche il pieno rispetto degli impegni contrattuali. L’Unione europea deve fare pieno uso di tutti gli strumenti disponibili, incluso il Regolamento Ue per l’esportazione dei vaccini, approvato il 30 gennaio. Questo regolamento fa chiarezza sulla distribuzione dei vaccini al di fuori dell’Ue, in particolare verso Paesi che non versano in condizioni di vulnerabilità, e riteniamo e lo abbiamo dimostrato va applicato quando necessario”. In sostanza, anche Draghi, come la Merkel, chiede che si blocchi l’export delle dosi fuori dalla Ue.
“Sì al passaporto vaccinale ma senza discriminazioni e nel rispetto della privacy”
Sulla proposta della Commissione Ue di un “certificato verde digitale” per la libera circolazione dei vaccinati il premier ammette che è un “progetto complesso”. Certo, “la libertà di movimento” deve andare “di pari passo con la tutela della salute”. Ma bisogna raggiungere l’obiettivo “senza discriminazioni – avverte Draghi – e nel rispetto della tutela dei dati sensibili dei cittadini europei”.
“Risolvere al più presto il problema della tassazione dei giganti del web”
In merito alla digitalizzazione, il premier sostiene che il Consiglio europeo deve risolvere a livello globale, in ambito Ocse, il problema della tassazione dei giganti del web “entro la metà del 2021”. Un obiettivo ora più raggiungibile: “Si vede una apertura dall’amministrazione Usa – spiega -, che in passato mostrava una completa chiusura sull’ipotesi di una tassa digitale”. La presidenza italiana del G20 è “l’occasione migliore per farlo“, assicura.
Adolfo Spezzaferro
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