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Recovery fund, Conte vuole coinvolgere Forza Italia. Ecco come

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 27 lug – Spunta l’ipotesi Renato Brunetta a capo di una delle due commissioni monocamerali per il Recovery fund. Secondo quanto anticipato da Repubblica, sarebbe questa la soluzione nella mente di Giuseppe Conte per ufficializzare il soccorso di Forza Italia al governo giallofucsia, in difficoltà al Senato (soprattutto in caso di richiesta del Mes, il prestito Ue per le spese sanitarie della pandemia, che vede i 5 Stelle contrari). Mentre si fa un gran parlare della volontà del premier di coinvolgere l'”opposizione responsabile” (leggi Forza Italia, per l’appunto) su come gestire i soldi del Recovery fund e in vista della prima riunione della cabina di regia, fissata per domani, il retroscena di Repubblica si spinge ben oltre anticipando quale sarà la soluzione adottata dall’esecutivo.

Il tempo stringe: il piano di riforme va presentato entro metà ottobre

Certo è che già domani dovrà venire fuori qualcosa di concreto, dalla cabina di regia, visto che il tempo stringe: entro metà ottobre il piano di riforme dovrà essere inviato alla Commissione Ue, altrimenti niente soldi del Recovery fund. Ecco quindi il piano di Conte: una stretta e continua collaborazione tra Ciae, il Comitato interministeriale affari europei, che dovrà coinvolgere tutte le amministrazioni dei diversi ministeri, e il Parlamento, opposizione compresa.

Sfuma l’ipotesi Commissione bicamerale

La soluzione delle due commissioni monocamerali appare più realistica di quella di una Bicamerale, come ipotizzato nei giorni scorsi: i tempi sono troppo stretti e per vararla servirebbe una legge. Invece il governo vorrebbe mettersi al lavoro già da agosto. In tal senso, per dar vita a due commissioni monocamerali è sufficiente votare una mozione in Aula. In questa ottica, a quanto pare il Pd al Senato ha già pronta una mozione in tal senso.

Non sarà facile trovare la quadra per le due presidenze

In ogni caso non sarà una passeggiata per Conte imporre Brunetta a capo di una delle due monocamerali per suggellare il patto con Berlusconi, da sempre disposto ad a collaborare con la maggioranza (a partire dal sì al Mes, che per adesso resta sullo sfondo). Infatti anche i renziani vorrebbero la presidenza di una delle due commissioni. Ma appare assolutamente improbabile che Pd e M5S restino tagliati fuori. In ogni caso, la decisione ultima sul piano delle riforme spetta a Conte: sarà lui a presiedere il Ciae. Oltre ai ministeri competenti, al comitato interministeriale parteciperanno anche gli enti locali con Antonio De Caro, che guida l’Anci, l’associazione dei Comuni, Stefano Bonaccini per le Regioni e il presidente dell’unione delle Province, Michele De Pascale.

Centrodestra a rischio spaccatura

Il dato politico è che se dovesse scattare l’operazione Brunetta, nel centrodestra scoppierà un terremoto, visto che FdI e la Lega hanno posto condizioni ben precise su come utilizzare i soldi Ue per collaborare con la maggioranza. Il partito di Salvini poi è assolutamente scettico sul fatto che il Recovery fund possa essere davvero uno strumento positivo per l’Italia, viste tutte le trappole nelle cosiddette condizionalità, che potrebbero far scattare un commissariamento dell’economia né più né meno del Mes, che però per adesso Conte dice che non serve, “a meno che non ci saranno problemi di liquidità di cassa”.

Adolfo Spezzaferro

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