Roma, 29 apr – La maggioranza governativa, di fatto, non esiste più, e in realtà non esiste più già da mesi perché Renzi con Italia Viva picchia ai fianchi il governo più di quanto non facciano le opposizioni stesse e praticamente sin dalla sua nascita. Se il concetto, per loro, è di imporsi come ago della bilancia, non possono finire inglobati né da una parte né dall’altra, neppure nell’esecutivo che essi vollero creare e crearono nel tempo record di cinque giorni adducendo come motivazione la necessità di non far vincere e poi governare “quelli là”. Dunque, già dal suo esordio, questa maggioranza non stava in piedi per una comune affinità ideologica e programmatica, a meno che per affinità non si intenda la ferma volontà di impedire libere elezioni. Il comune collante era la negazione della decenza politica e morale degli avversari, l’arresto delle loro idee, possibilmente la condanna al carcere di alcuni di loro. Il collante era fragile, è fragile. L’opportunismo straccione può talvolta avere risvolti se non positivi, quasi positivi.
L’opportunismo del Bomba
Matteo Renzi sta prendendo sempre più le distanze dal governo Conte, dall’approccio alla questione sanitaria e quella economica, ma soprattutto dall’utilizzo spregiudicato dei Dpcm (i Decreti del Presidente del Consiglio, ossia degli atti amministrativi) coi quali Giuseppe Conte sta navigando nella tempesta. Renzi ha studiato giurisprudenza, ma non ci aspettiamo che le sue uscite da fine giurista derivino dallo scatto d’orgoglio di chi, oltretutto, si laureò nell’università di Firenze dove l’attuale premier insegnava diritto privato. Si tratta di un mero calcolo, tenendo anche conto dell’attuale gradimento del premier sempre piuttosto alto. Ed è così che, chi mesi fa tirò su un governo asserendo che vi fosse necessità di non far vincere le elezioni alla destra del Papeete e ai neofasci della Meloni, oggi si lancia in analisi gaudiose sullo stato pietoso della repubblica parlamentare italiana fatta a brandelli da un gruppo di megalomani.
Per carità, meglio di niente va bene anche una tardiva e ipocrita valutazione dell’osceno operato del governo, perfino in punta di diritto come amano dire i giuristi, ma la credibilità di Renzi e dei suoi compari è praticamente finita sotto zero come il prezzo del petrolio. Difatti conosciamo pressappoco le percentuali su cui navigano tutti i partiti tranne la creaturina artificiale del Bomba, che, se mesi fa si attestava sul 4%, oggi potrebbe tranquillamente essere scivolata drasticamente sotto. Questo perché la sua credibilità reale è ormai scomparsa, e lui si è ritagliato l’unico ruolo rimasto libero che è quello dell’azzeccagarbugli che si finge uomo di Stato, che millanta saggezza, che in prima serata ti spara contro la lezioncina di diritto costituzionale su quanto il governo da lui costruito in laboratorio sia oscenamente e drasticamente inaccettabile. Difficile dire se sia meglio la sua consapevolezza colpevole o l’inconsapevolezza cialtrona (e il poltronismo a tutti i costi) dei grillini.
Conte ci tratta come sudditi
È difficile, in generale, esprimere pareri che non siano intrisi di rabbia e di rancore per una condizione pietosa cui versa l’Italia e in particolar modo per la lucida follia con cui il governo si sta muovendo in questo pantano di merda. La sovraesposizione mediatica del premier Conte risulta insopportabile nel momento in cui egli, con una gestualità ridicola, osa fare la paternale a milioni di persone che egli stesso ha deciso di mettere agli arresti domiciliari ormai due mesi fa, decidendo per loro il loro destino economico e sociale, e pensando, in una classica domenica sera di quarantena da cani, di “concedere” ai consociati di incontrare congiunti e di celebrare funerali a porte quasi chiuse. La dialettica è molto, forse è quasi tutto in un contesto di libertà compresse e di Costituzione sospesa, come hanno a dire gli integralisti liberal che vedono fascismi e pieni poteri solo dove non ci sono, e non si allarmano quando invece dovrebbero allarmarsi.
Le concessioni sono tipiche dei sovrani verso i sudditi, categoria cui noi non dovremmo appartenere e che in verità non dovrebbe esistere poiché scomparsa con lo Statuto Albertino. Nel mezzo ci sono stati centocinquant’anni di storia e di pensiero che hanno rivoluzionato la concezione dell’uomo sulla terra per la quale l’individuo è al centro degli interessi ed è depositario di libertà e diritti preesistenti, le quali, dunque, non possono essere concesse per definizione. Insomma, se anche la Costituzione non lo prevedesse, noi continueremmo a muoverci liberamente e ad assembrarci e ad esprimerci in massa. Quel pezzo di carta lo mette solo nero su bianco. Questo governo si sta esercitando nella pratica barbara di invertire i concetti. Mentre il Renzi si agita nella camicia di forza alla quale egli stesso si è condannato.
Lorenzo Zuppini
1 commento
vai a lavorare chiacchierone.