Roma, 7 lug – Se si ha il 2% del consenso totale (Renzi), lo spirito di sopravvivenza suggerisce di non mettersi contro la coppia Chiara Ferragni-Federico Lucia (alias Fedez) che di followers ne ha circa 24 milioni. Il buon gusto e l’amor proprio, poi, dovrebbe indurre chiunque, soprattutto chi intenda far parte della classe dirigente italiana, a non considerare quei due degli interlocutori meritevoli d’attenzione. E per un semplice motivo: per discutere con degli ignoranti patologici devi obbligatoriamente scendere al loro infimo livello. Risulterebbe vano il tentativo di ampliare il discorso rendendolo profondo e minimamente aggrappato alla realtà. Il Renzi questo buon senso non ce l’ha, e così ha deciso di dar corda a quel vippume gayfriendly capitanato dalla coppia denominata Ferragnez che furoreggia ormai da molti mesi su tutti i social tuonando contro chiunque osi proferire parola contro il ddl Zan.
Renzi vs Ferragnez, la politica aggrappata agli influencer
Per dare una vaga idea della vuotezza di queste due persone: lei ha accusato Matteo Renzi di far parte di una classe politica che fa genericamente schifo, intestandosi il premio per il commento più stupido dell’anno, e confidiamo che tale primato le rimanga sino a fine legislatura. Lui ha fatto la sua “lista di proscrizione” durante il concerto del primo maggio, ossia durante la festa dei lavoratori, contro i leghisti genericamente accusati di omofobia, il tutto indossando ed esibendo lo sponsor Nike, sia mai che i bambini lavoratori asiatici non si sentano debitamente rappresentati in Occidente nell’epocale battaglia per i diritti civili. Questo è lo sfondo a tinte arcobaleno rappresentato da Ferragni e Fedez.
Eppure Federico Rampini aveva messo in guardia il mondo liberal dalla tentazione di farsi affiancare dal mondo delle celebrity, dei ricchi annoiati, degli inginocchiati a costo zero e dal mondo hollywoodiano che predica il disarmo della polizia non senza essersi muniti di numerose guardie private. Il povero Letta, in caduta libera, si è più volte aggrappato alla sottana e alle unghie smaltate di questi vip in cerca d’autore, ritenendo evidentemente di uno scadente lignaggio il popolino che gli chiederebbe un impegno diverso rispetto a quelle tre o quattro fregnacce di continua a blaterare. Matteo Renzi, invece, sorprende perché è aperturista verso le modifiche al Ddl Zan, posizione, la sua, che gli sta tirando addosso vagonate di letame tipo quello lanciato dalla signora Ferragni in Lucia.
Peggio del conformismo qualunquista? Chi gli dà corda
E dunque ci saremmo aspettati un atteggiamento consapevole e di maggior durezza verso quel mondo patinato ricoperto di conformismo violento che crocifigge chi osa avere un pensiero autonomo e indipendente. La richiesta avanza da Renzi nei confronti di Chiara Ferragni di discutere del disegno di legge Zan appare come una calata di braghe in favore di chi, per il solo suo dissenso, lo condannerebbe ai lavori forzati.
E se anche la coppia accettasse l’invito dell’ex premier, il Renzi si troverebbe a dover spiegare a questi due qualunquisti della peggior specie i concetti di libertà individuale e di democrazia rappresentativa, secondo i quali il ddl Zan è un abominio giuridico e concettuale e l’ostruzionismo contro di esso fa parte del normale iter legislativo per il quale il governo della maggioranza non può trasformarsi nella dittatura della maggioranza. Ce lo scriviamo sul palmo della mano così risulterà più comprensibile: hanno stufato i Ferragnez ma soprattutto i politici che continuano a dargli corda prendendoli sul serio.
Lorenzo Zuppini
1 commento
Contro gli inluenzer provate con un buon vaccino.
Se non basta una dose fatene una seconda.
Anche una terza nei casi più duri-