Roma, 26 ott – Meglio tardi che mai. Dopo la gaffe sui «congiunti» e i «veri amici», e dopo aver criminalizzato i giovani come massimi untori di coronavirus, Pierpaolo Sileri fa marcia indietro e inizia a spalare fango sul governo. Ovviamente le dichiarazioni del viceministro della Salute sono pesanti, sia nel merito sia perché rilasciate dal numero 2 della Sanità. Tanto per cominciare, Sileri accusa l’esecutivo giallofucsia di aver fatto poco o nulla per evitare la seconda ondata del Covid-19. Ma non è tutto, perché il viceministro critica anche il modo in cui vengono prese le decisioni: «Io sono per allargare il tavolo del Comitato Tecnico Scientifico e renderne più trasparenti le logiche e le modalità operative. Mi pare doverosa la trasparenza di questi tempi: non si possono affidare a consulenti di nomina governativa decisioni fondamentali per tutto il Paese», ha dichiarato Sileri in un’intervista a Libero.
«Basta fare inutile terrorismo»
Anche sul nuovo Dpcm, del resto, il viceministro non è d’accordo, proprio perché i numeri non giustificano il semi-lockdown voluto da Conte: «In terapia intensiva ci sono ancora molti posti e la crescita dei ricoverati non è esponenziale. Il numero dei positivi è altissimo ma la maggior parte di loro non è malata: bisogna distinguere e non creare inutile terrorismo. Stiamo paralizzando un Paese in attesa di omologare i test salivari. Inconcepibile». Insomma, la differenza tra adesso e marzo-aprile è enorme: «Durante la prima ondata si moriva in casa e il medico arrivava due giorni dopo il decesso. Ora non è più così».
Sileri lavorerà con Zangrillo
Poi Sileri fa anche un annuncio choc: il viceministro, che si definisce «politico per caso», ha dichiarato che uscirà dal M5S e, per di più, non ha intenzione di continuare a fare politica: «Non mi ricandido. Sono un chirurgo, non butto via 25 anni di sacrifici e professione. Il 25 marzo 2023, quando sarà finito tutto questo, mi troverà al San Raffaele di Milano, dove ho vinto un concorso del 2016». A questo punto Senaldi, l’intervistatore, chiede: «Ma come, l’eroe anti-pandemia alle dipendenze del negazionista Zangrillo criticato da tutti?». Al che Sileri risponde: «Criticato da chi non ne capisce». Come spiega il viceministro, infatti, quando Zangrillo disse che «il virus è clinicamente morto», il medico «ha usato un’espressione infelice, ma molti degli addetti ai lavori hanno capito benissimo che cosa intendesse: che il virus non arrivava più in terapia intensiva».
Elena Sempione
Se lo avessi detto io mi sarei già presa una bella denuncia.
Uno dei pochi politici competenti nel settore della sanità.
È un medico.
Qualcuno su P.N. aveva, mesi fa, già segnalato che comunque P.Sileri non appariva del tutto sottomesso… E’ arrivata la conferma. Bene.
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