Roma, 24 set – Il titolo potrà sembrare provocatorio, ma i numeri sono chiari: 600 euro in Lombardia e Puglia, 520 in Emilia Romagna, da 15 a 23 euro al massimo al giorno nel Lazio, zero nelle progressiste e “accoglienti” Umbria e Toscana, questi gli importi – denominati “assegni di cura” – che le regioni erogano alle famiglie italiane che abbiano in casa un anziano o disabile non autosufficiente. Si tratta peraltro di erogazioni sottoposte a stringenti limiti di ISEE e di condizioni dell’assistito. In più di un caso l’assegno è stato revocato perché, sottoposto a controllo, l’anziano si mostrava “collaborativo”. Una cifra che, purtroppo, spesso non basta da sola a garantire l’assistenza se contemporaneamente si lavora e si devono quindi pagare delle persone che si prendano cura dell’anziano o del disabile.
Novecento euro tondi tondi (30 euro al giorno) è invece la cifra che, secondo la proposta di Marino, andrebbe attribuita alle famiglie che decidono di ospitare uno o più immigrati. Naturalmente i soldi vanno moltiplicati per gli immigrati accolti: “adottando” quindi una coppia di immigrati riceverai 1800 euro. Una proposta folle destinata a cadere nel vuoto? Sembra proprio di no, perché il Ministero dell’Interno ha ricevuto oggi il sindaco di Roma e pare intenzionato a dar seguito all’iniziativa.
Se si dovessero dunque adottare criteri meramente economicistici, sarebbe amaramente conveniente abbandonare un anziano e accogliere a casa un immigrato. Ma al di là del paradosso – gli italiani, almeno su questo, sono decisamente migliori di chi li governa – rimane l’indecenza della proposta e il fatto che il Governo la stia prendendo in considerazione.
Ci perdonerete se ci asteniamo dal commentare. Sì, pensiamo esattamente quello che state pensando tutti voi. E ci limitiamo a parafrasare il motto ciceroniano : “Quousque tandem abutere patientia nostra?” Fino a quando abuserete della nostra pazienza?
Cristiano Coccanari