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Armi chimiche a Gioia Tauro, pompieri contro governo: rischiamo morte

by Eugenio Palazzini
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vvvReggio Calabria, 27 feb – I pompieri a Gioia Tauro rischiano la fine dei canarini nelle miniere, morti avvelenati. Mancano pochi giorni all’arrivo nel porto calabrese dei pericolosi agenti chimici provenienti dalla Siria e il sindacato Usb dei Vigili del Fuoco lancia un vero e proprio grido di allarme con un duro comunicato in cui accusa apertamente il Ministero dell’Interno, con a capo Angelino Alfano, di mandare il personale “in avanscoperta senza DPI (dispositivi di protezione individuali) adeguati, senza attrezzature, ad annusare i veleni chimici della nave, il primo che rimarrà stecchito, sarà la prova che gli altri dovranno sgomberare.” I vigili del fuoco si chiedono così se il governo intende usarli come i canarini che nelle miniere venivano introdotti come cavie per testare l’aria: se gli uccelli non morivano significava che l’aria era sicura.

Il sindacato dei vigili del fuoco non usa mezzi termini nel segnalare l’effettivo rischio mortale e aggiunge: “Il tributo che ci viene richiesto è quello di fare i conti con sostanze pericolose come: il Sarin, Ipride, il Vx; questi, sono gas micidiali che danno la morte in 3 o 4 minuti al massimo: se qualcuno ritorna a casa con veleno in corpo o non vi torna affatto, non sembra essere importante per nessuno, in questo momento.”

Il Ministro dell’Interno Angelino Alfano non è ancora intervenuto sulla questione ma per i Vigili del Fuoco il problema non è solo legato alle armi chimiche in arrivo a Gioia Tauro, ma più in generale alla mancanza di seria progettualità, ai pochi fondi impiegati e alla superficialità del governo italiano: “dopo la grande enfasi degli attacchi terroristici nei confronti del nostro Paese, si sono spesi milioni di euro per la formazione e per l’acquisto di materiali in caso di attacchi batteriologico e chimici, ma poi tutto è stato buttato in capannoni a deteriorarsi. Sono anni che il personale non viene più formato in materia NBCR e per i mezzi acquistati per questo scopo, buttati in capannoni oppure impiegati per altri servizi d’istituto, non è possibile la manutenzione perché mancano i fondi, grazie alla spending rewiev.”

Come se non bastasse, sempre secondo l’Usb: “i materiali come i filtri e le tute, sono scaduti e non idonei nemmeno per una esercitazione.”

Eugenio Palazzini

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