Roma, 14 lug – In vista del Consiglio dei ministri sul caso Autostrade, rimandato dalle 11 di stamattina alle 22 di stasera (la maggioranza giallofucsia è spaccata), sulla testa di Giuseppe Conte si abbatte un’altra tegola. Una lettera del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli del marzo scorso in cui chiede al premier di prendere una decisione sulla revoca delle concessione ad Aspi (del gruppo Atlantia, di proprietà della famiglia Benetton) senza perdere altro tempo. Una lettera “riservata personale” dell’esponente dem a Conte che fuga ogni dubbio sul fatto che sia proprio del premier la responsabilità del ritardo accumulato fino ad ora. Conte avrebbe potuto – e secondo la De Micheli dovuto – prendere una decisione allora (revoca o revisione della concessione) e invece ancora oggi non fa che rimandare.
“Rimango in attesa di un tuo urgente riscontro…”
“Rimango in attesa di un tuo urgente riscontro sulle soluzioni prospettate – si legge nella lettera firmata dalla De Micheli -, considerata la necessità di condividere questo, ormai lungo e complesso lavoro di interlocuzione con le società Aspi e Atlantia, anche con i capi delegazione in seno al governo rappresentativi delle forze parlamentari di maggioranza, anche al fine di avere un quadro chiaro e definitivo in questa fase emergenziale che sta colpendo il nostro Paese sotto il profilo sanitario ed economico, oltre che sul piano delle personali e familiari incertezze e paure che comprensibilmente preoccupano i nostri concittadini”. Preoccupazione per nulla condivisa da Conte, visto che non ha neanche risposto.
La lettera forse filtrata proprio dal Mit
E’ stato il quotidiano Repubblica a pubblicare la lettera dello scorso 13 marzo che inchioda il premier. Non è escluso che a farla filtrare sia stato proprio il ministero della De Micheli, visto che il premier da giorni fa scaricabarile sul Mit e sul ministero dell’Economia del dem Roberto Gualtieri, ritenuti i due dicasteri “direttamente più competenti” in materia. La lettera invece sconfessa Conte: quattro mesi fa la De Micheli aveva prospettato due delle opzioni che saranno stasera sul tavolo del Cdm. Ma soprattutto l’esponente dem aveva chiesto la convocazione immediata di un vertice di maggioranza per trovare rapidamente la quadra sul da farsi.
Conte nicchia fino al 27 maggio
E invece il premier ha nicchiato per mesi (magari con la scusa dell’emergenza coronavirus): il primo riscontro alla lettera della De Micheli è arrivato soltanto il 27 maggio, con la convocazione di un vertice che però si conclude con un nulla di fatto. Poi il 25 giugno un altro incontro a vuoto, fino ad arrivare all’ultimatum “strombazzato” da Conte nei giorni scorsi. Chissà che scusa troverà stasera l’ex avvocato del popolo con il “suo” Movimento 5 Stelle, sul piede di guerra perché la revoca ancora non è scattata. In ogni caso, nel Cdm di oggi non si deciderà nulla. Se non, al massimo, di commissariare Aspi per prendere altro tempo invece di togliere la concessione ai Benetton.
Adolfo Spezzaferro
1 commento
Mi sembra evidente che manchi fiducia tra loro.
Domanda:
Come possono chiedere la fiducia agli altri?