Milano, 14 set – Oggi Silvio Berlusconi sarà dimesso dal San Raffaele di Milano. Visti i continui miglioramenti delle sue condizioni, il leader di Forza Italia in tarda mattinata potrà tornare nella sua residenza di Arcore. L’ultima visita del professor Alberto Zangrillo ha confermato quanto immaginato prima del fine settimana, ossia che vista l’efficacia della terapia a base di antivirali e antibiotici, dopo alcuni giorni di riposo assoluto, l’ex Cavaliere può tornare a proseguire la convalescenza a casa fino al secondo tampone negativo.
Come è noto, l’ex premier è arrivato al San Raffaele nella notte del 3 settembre per un principio di polmonite bilaterale dovuta al coronavirus. Il tampone positivo risale al giorno precedente, dopo due negativi. Stando alle ricostruzioni, Berlusconi probabilmente è stato contagiato in Sardegna con la fidanzata Marta Fascina e i figli Barbara e Luigi e poi, in visita alla figlia Marina in Provenza, avrebbe infettato lei, suo marito e i due figli.
“Sto lottando per uscire da questa infernale malattia, è molto brutta – aveva detto in una telefonata ai suoi per la campagna elettorale in Valle d’Aosta -. Qui al San Raffaele hanno fatto migliaia di esami e io sono risultato tra i primi cinque per forza del virus. Ce la sto mettendo tutta e spero proprio di farcela e di riuscire a tornare in pista”.
Zangrillo: “Berlusconi ha dato grande soddisfazione”
Per Zangrillo l’ex Cav “ha dato grande soddisfazione e credo che abbia personalmente contribuito a dimostrare che, seguendo delle regole, riusciremo ad avere ragione del virus e a rasserenare tutti, visto che c’è molta ansia e preoccupazione”. Il medico nei giorni scorsi ha anche ammesso che a marzo-aprile per l’ex premier non ci sarebbe stato lo stesso lieto fine, ma “per la carica virale alta sarebbe morto, e lui lo sa. Fondamentali sono stati la tempestività dell’intervento e il ricovero immediato. Dieci ore dopo poteva essere troppo tardi, perché lui è un paziente a rischio per i motivi che si sanno”. Infatti Berlusconi ha quasi 84 anni e numerose patologie pregresse. Tuttavia in questi 12 giorni di ricovero in ospedale, l’ex premier non è mai stato intubato e ha sempre respirato autonomamente.
Adolfo Spezzaferro
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