Roma, 10 apr – Nello storico quartiere anarchico e parzialmente autogestito di Copenaghen, Christiania, chiude Pusher Street. L’iconica via dove si spacciava alla luce del sole smantellata dagli stessi residenti: troppo il degrado e le violenze.
A Christiania chiude Pusher Street
Non è una licenza giornalistica, l’arteria principale di Christiania – sorta di comune hippy che sorge nel cuore della capitale danese – si chiama davvero Pusher Street. Nome che in italiano potremmo tradurre come “via dello spaccio” e che descrive in maniere piuttosto letterale la funziona della strada. Qui è dove avveniva la compravendita di marijuana, tollerata più o meno ufficiosamente dalle forze dell’ordine benché in Danimarca sia illegale. Un giro di affari enorme in cui confluivano ogni anno, secondo il professore di criminologia all’Università di Malmö, in Svezia Kim Møller, l’equivalente di quasi 140 milioni di euro di cannabis e prodotti derivati, pari a circa i due terzi del traffico di cannabis nazionale. Tutto questo è finito qualche giorno fa, quando i residenti hanno deciso di chiudere Pusher Street, rimuovendo perfino parte dei sampietrini che formavano la strada.
Fine del traffico di droga?
La decisione di smantellare la via era arrivata già un anno fa, a seguito di una sparatoria nell’agosto del 2023 in cui perse la vita un uomo. Il terzo omicidio in tre anni. Troppo, anche per gli accondiscendenti hippy di Christiana. Nel timore che il proprio “paradiso” anarchico perdesse il suo appeal di meta turistica per le violenze e l’illegalità, i residenti sono corsi ai ripari. Insomma, come ha affermato il sindaco di Copenaghen Sophie Haestorp Andersen: “Pusher Street sarà chiusa affinché Christiania possa vivere”. Una chiusura che non si limita alla strada, ma che dovrebbe coincidere – almeno in teoria – con la fine del traffico di droga, come sottolineato dal vice ispettore della polizia di Copenaghen Simon Haestorp: “Questa volta, non permetteremo il ritorno del commercio di cannabis”. Per poi aggiungere, “Quello che stiamo facendo oggi è solo una parte del lavoro in corso a Christiania. Ora che interrompiamo il traffico di hashish, qualcosa altro deve accadere. Non è un problema che la polizia può risolvere da sola”.
Michele Iozzino