Roma, 10 apr – L’ospedale Careggi cambiava il sesso ai bambini. E lo faceva con uso indiscriminato della famigerata triptorelina, il farmaco che blocca la pubertà, molto discusso negli ambienti medici.
Al Careggi si cambiava il sesso ai bambini, ma per l’ideologia gender i cattivi sono altri
In realtà i punti che il ministero della Salute contesta all’ospedale Careggi amico dei gender sono ben 25: non solo la triptorelina somministrata a destra e a manca, ma anche la presenza di un solo psicologo su chissà quanti casi, o la stessa età delle vittime, spesso bambini di 10 o 11 anni. Un’operazione di “eugenetica culturale” se vogliamo. Spinta con tutta l’energia e la violenza possibile. Perché se non ci sono le disforie di genere o comunque se sono troppo poche, bisogna crearle il più possibile. Senza cursarsi, come sempre, delle conseguenze e soprattutto delle vittime stesse. Poi, come riporta Libero nell’edizione odierna, c’è anche la reazione del Consiglio regionale della Toscana, che ovviamente respinge la richiesta di Marco Stella, capogruppo Fi, di votare una mozione urgente per il Centro per la disforia del Careggi.
Il solito ricatto morale
Ovviamente si parla di suicidi, di disperazione, di paura per il terribile oscurantismo pubblico che ostacola l’ultima inventatissima lotta per la libertà. Altrettanto ovviamente, a rilanciare le questioni non può che essere Repubblica. “Senza la triptorelina mia figlia si suicida”. Davvero sconvolgente. Ovviamente, in barba ai tanti bambini innocenti caduti vittima dell’ennesima, disgustosa manifestazione della dittatura gender e del lavaggio del cervello che ha generato in tantissime persone.