Roma, 26 mar – Subito protezioni e tamponi per i medici e il personale sanitario in prima linea contro il coronavirus. E’ la richiesta della Fnomceo. “L’Italia sta vivendo una situazione drammatica a causa della diffusione dell’infezione da Covid-19 e i professionisti sanitari stanno pagando un tributo molto alto”. Inizia così la lettera-appello pubblicata sul British Medical Journal a firma del presidente della Fnomceo-Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri Filippo Anelli a nome di tutti i camici bianchi. E bisogna intervenire subito perché in Italia si contano migliaia di operatori sanitari contagiati e i medici morti sono saliti a 36. “E’ lecito supporre questi eventi sarebbero stati in larga parte evitabili – è la denuncia della lettera – se gli operatori sanitari fossero stati correttamente informati e dotati di sufficienti dispositivi di protezione individuale adeguati: mascherine, guanti, camici monouso, visiere di protezione, che invece continuano a scarseggiare o ad essere centellinati in maniera inaccettabile nel bel mezzo di un’epidemia a cui pure l’Italia si era dichiarata pronta solo a fine due mesi fa”.
“Inadeguato il modello ospedalo-centrico: i positivi si identificano sul territorio”
“E’ da queste considerazioni che siamo partiti per lanciare il nostro appello e le nostre richieste dalle pagine del British Medical Journal affinché possano farne esperienza e trarne le dovute indicazioni anche tutti i colleghi delle diverse parti del mondo dove ancora ci sono margini di tempo per prepararsi”, sottolinea Anelli. “In particolare abbiamo voluto sottolineare l’inadeguatezza del modello ospedalo-centrico per far fronte ad epidemie di questa portata, com’è diventato evidente dopo la chiusura di interi ospedali in Italia per la diffusione dell’infezione tra medici, infermieri e pazienti. Errore fatale è stato e in taluni casi rischia di continuare ad essere l’assenza di percorsi dedicati esclusivamente al coronavirus quanto ad accesso, diagnostica, posti letto e operatori sanitari. Inoltre, va chiarito che nessuna epidemia si controlla con gli ospedali, come si è forse erroneamente immaginato: è sul territorio che va espletata l’identificazione dei casi con test affidabili ma anche con rapidi kit di screening e la sorveglianza con la tracciabilità dei contatti, il monitoraggio e l’isolamento“.
“Sbloccare subito le forniture di dispositivi di protezione individuale”
Altrettanto cruciali, sottolineano ancora i medici, “sono l’informazione, la formazione e la protezione adeguata di tutti gli operatori sanitari e in particolare di quelli più direttamente esposti sia per il controllo dell’epidemia sia per continuare a fornire tutte le cure necessarie alle persone con infezione da Covid-19, nonché per continuare a garantire le cure a tutti gli altri pazienti che necessitano di trattamenti a domicilio o in ospedale”. Ecco perché, per garantire i servizi sanitari di base anche a tutte le altre categorie di pazienti al di là dell’emergenza coronavirus e “un’adeguata protezione non solo agli utenti ma anche agli operatori sanitari” è necessario sbloccare subito “le forniture di dispositivi di protezione individuale ma anche eseguire test di screening a risposta rapida in maniera sistematica per lo meno a tutti gli operatori sanitari operanti nel pubblico e nel privato – inclusi i medici di medicina generale e operatori di case di riposo o RSA, centri diurni – che mostrano sintomi di infezione da Covid-19 (anche lieve e in assenza di febbre) o che sono stati in contatto con casi sospetti o confermati”, è la richiesta della Fnomceo.
“Test a risposta rapida e tamponi due volte a settimana”
Nel dettaglio, “lo screening deve avvenire mediante test a risposta rapida validati, registrati presso il ministero della Salute italiano – che presentano un’abilità del 100% di rilevare i casi negativi (altissima specificità) e rendono disponibile il risultato entro 15 e 45 minuti. In questo modo – conclude la lettera dei medici – soltanto il personale risultato negativo potrà continuare a lavorare in ospedale, ambulatori o strutture di assistenza domiciliare e a lungo termine per le persone anziane e pazienti critici. I test a risposta rapida dovranno essere confermati eseguendo tamponi faringei con analisi Pcr in doppio controllo settimanale. Soltanto così si potrà finalmente avviare, sia pure in ritardo, una fase più controllata dell’attuale andamento epidemico”, sostengono i medici.
Si allunga l’elenco dei medici morti a causa del Covid-19: le vittime erano 33 ma ieri in tarda serata, si apprende dalla Fnomceo, è giunta notizia della scomparsa di altri tre camici bianchi, tutti di Bergamo. Aumenta anche il numero degli operatori sanitari contagiati: secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, sono saliti a 6.205, vale a dire più del 9% dei casi totali.
Ludovica Colli