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Lo strano link riminese tra Wuhan e Codogno. “A gennaio le 2 città nello stesso padiglione di una fiera”

by Cristina Gauri
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fiera di rimini

Roma, 26 mar – Che cosa hanno in comune Wuhan e Codogno, oltre ad essere risultate entrambe le due città-epicentro dell’epidemia di coronavirus in Cina e in Italia? Nelle ultime ore sul web sta impazzando la tesi, curiosa, tutta da dimostrare ma sicuramente avvincente – soprattutto in questi giorni di grande noia dovuta al distanziamento sociale – fatta emergere da Selvaggia Lucarelli in un articolo su Tpi, e che riguarderebbe un ulteriore link tra le due città.  

Si dà il caso che dal 18 al 22 gennaio a Rimini, in occasione della fiera del gelato Sigep, hanno trovato nel medesimo padiglione della manifestazione sia un’azienda di Wuhan sia delle ditte di Crema, Codogno, San Marino e Treviso – tutte province che hanno poi sviluppato focolai dell’infezione. Ed il lockdown della città nella provincia di Hubei è stato annunciato solo nella giornata successiva alla fine della fiera, il 23 gennaio. 

“Ora, è vero – sostiene la blogger – che potrebbe essere una coincidenza, ma in effetti nello stesso padiglione in cui c’è l’azienda di Wuhan ci sono anche aziende di Crema e Codogno con bizzarre vicinanze anche con aziende di San Marino e Treviso, due zone molto colpite dal Coronavirus. C’è anche da aggiungere che Rimini stessa ha registrato vari contagi già da febbraio”. Che sia dunque uno dei collegamenti da cui partire per ricostruire li primi attimi del contagio in Italia? La Lucarelli non ha chiaramente le competenze e i mezzi per provarlo, però “la butta lì”: “per un’eventuale indagine epidemiologica i tempi tornano e potrebbe essere una pista interessante“.

Nel mirino dell’inchiesta c’è il padiglione B3, composto da 60 stand, fra cui quello della Wuhan Huiyou Wood Products Co., Ltd, azienda produttrice di cucchiaini e vassoi biodegradabili, e quello di Crema “Il punto italiana di Nanni Franco” e la “Pomati Group srl” di Codogno. Sempre nello stesso padiglione erano presenti la  “Cesarin Spa” di Verona e diverse altre del Nord (Torino, Varese, Milano, Schio, Legnano). In quello a fianco, molto vicino allo stand della “Wuhan Huiyou Wood Products Co.”, collocato a breve distanza dalla porta che collegava le due aree, “La torrefazione Sammarinese” di San Marino. 

Una dipendente della Pomati di Codogno ha risposto alla richiesta di delucidazioni della Lucarelli: “A quella fiera siamo stati in tanti qui di dell’azienda di Codogno, almeno una decina di persone. C’era tantissima gente, avevamo solo il tempo di andare nel bagno, che era dentro al padiglione“. Non distante dallo stand di Wuhan, ancora, diverse aziende trevigiane tra cui “Alphatech” di Vittorio Veneto, la “Steelco”, la “Vito Italia”, la “Imesa” e altre. La titolare Giovanna Pomati dell’azienda di Codogno Pomati spiega che “gli unici punti di possibile contatto con persone di altri stand erano il bagno e il bar del padiglione. Tutto è possibile certo, ma noi che eravamo lì non ci siamo ammalati. Potremmo essere stati asintomatici, certo, e riconosco che il caso sia curioso, ma non eravamo neppure l’unica azienda di zona presenti a quella fiera”.

Cristina Gauri

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2 comments

Fabio Crociato 26 Marzo 2020 - 12:57

A Rimini espone azienda cinese produttrice di cucchiaini e vassoi degradabili… Ma dove c…o siamo arrivati? Ci rendiamo conto dell’ assurdo? Altro che virus con implicazioni fisiche, qui siamo alla psichiatria politico-economica!

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Sergio Pacillo 26 Marzo 2020 - 3:57

Ma guarda un po’ che strano caso…..

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