Roma, 14 lug – Più di dieci milioni, pari al 16% della popolazione, gli italiani in situazione di povertĆ relativa. Tra questi, 6 milioni āil 10% della popolazione- nella morsa della povertĆ assoluta. Sono cifre drammatiche quelle che emergono dallāultimo rapporto Istat “PovertĆ in Italia”.
I dati, relativi al 2013, tratteggiano una situazione ai limiti della sostenibilitĆ . Lāandamento fra 2012 e 2013 mostra che lāincidenza della povertĆ relativa non segnala modifiche significative, ma aumentano gli indigenti. Ā Una spiegazione plausibile ĆØ il ātravasoā di categoria, per cui una fetta di chi si trovava in situazione di povertĆ relativa ha visto peggiorare la propria condizione e scivolare cosƬ nella povertĆ assoluta, mentre un ulteriore trasferimento si ĆØ visto fra chi si collocava al di sopra della soglia di minimo benessere ed ĆØ andato a rinforzare le fila dei relativamente poveri. Al di lĆ della presunta stabilitĆ delle cifre, il quadro complessivo ĆØ quindi in netto peggioramento.
Scendendo nel dettaglio, buona parte dellāincremento nellāincidenza dei livelli di povertĆ ĆØ ascrivile al mezzogiorno, che registra gli andamenti peggiori e trascina al ribasso lāintera media nazionale. Gli atavici problemi che registra il meridione, nei fatti, emergono con maggiore e più vasta virulenza in periodi di crisi generalizzata. Non ĆØ il solo Sud Italia, tuttavia, a spiegare lāandamento nazionale: a peggiorare la propria condizione sono soprattutto i nuclei famigliari di più grandi dimensioni, che non godono di sostegni realmente concreti nĆ© incisivi, e quelli in cui il titolo di studio ĆØ di medio-basso livello. Allāopposto, invece, migliora -specie nelle regioni meridionali- la condizione di chi ha un titolo di studio più elevato e delle coppie con un solo figlio.
Dallāaumento del numero di indigenti alla forte distinizione nel possesso di diversi titoli di studio: segni, tutti, di una dinamica sociale che punta dritto verso Ā una conformazione sociale āa clessidraā, con un assottigliamento della classe media e la polarizzazione progressiva verso lāalto e, ancora di più, verso i piani inferiori.
Filippo Burla