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“Devi combatterli”. Con questa foto l’Isis minaccia l’Italia e il Papa

by admin
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Roma, 25 ago – Ora lo Stato Islamico minaccia direttamente anche l’Italia. Lo ha fatto via Telegram, attraverso un canale vicino allo Stato Islamico, facendo appello ai lupi solitari italiani. Queste cellule dormienti, definite “muwahhid”, cioè salafiti, sunniti integralisti, vengono incitate ad attaccare in Italia, utilizzando anche veicoli da lanciare sulla folla, in ottemperanza all’ormai consolidata tradizione che lo Stato Islamico ha messo in atto negli attentati europei.

Infine, per farsi ben capire, circola in rete una foto su cui si legge un italianissimo “Devi combatterli”, che campeggia in un’immagine con un uomo che nasconde un coltello dietro alla schiena e sullo sfondo una città in fiamme, che tuttavia non sembra avere le fattezze di una città italiana. A riferire le minacce è l’ormai arcinoto Site, il sito Usa di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web diretto dall’israeliana ebrea di origini irachene Rita Katz.

Ma oltre all’Italia anche il Papa è finito un’altra volta nel mirino dei jihadisti, nonostante i suoi continui messaggi di apertura, pace e accoglienza. In un video, girato nelle Filippine, a Marawi, e pubblicato da Al-Hayat Media Center, si vede un jihadista che dice “arriveremo a Roma” e minaccia Bergoglio strappando una sua foto. Nel video si vedono anche statue devastata e distrutte di madonne, santi, crocifissi.

Da tempo il Papa è sulla lista nera del Califfo e la Guardia Svizzera si dice pronta a difenderlo, e si aspetta che prima o poi un attentato arrivi. “Forse è solo una questione di tempo prima che un attacco del genere si verifichi a Roma. Ma siamo pronti anche a questo” afferma in un’intervista al portale cattolico svizzero Cath il comandante delle Guardie Svizzere, Christoph Graf, che aggiunge: “La Guardia Svizzera adatta costantemente la sua formazione alle sfide di oggi. La Scuola reclute è stata portata da due a quattro mesi e viene svolta in collaborazione con la polizia cantonale ticinese”.

Anna Pedri

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2 comments

Tony 25 Agosto 2017 - 2:08

da due a quattro….troooppo……….In 4 mesi massimo massimo imparano a farsi il segno della croce al passaggio del papa….

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Anna maria 5 Ottobre 2017 - 10:24

In realtà l’Italia comunista ed il Vaticano asservito alle sinistre non sono a rischio. Tutto il terrorismo in Europa trova il suo punto di forza nel nostro paese, partendo da città islamiche come Torino (dove purtroppo vivo io), Milano, Roma…Qui vengono ad armarsi ed istruirsi, attraverso le moschee che sono il punto di raccolta organizzativo per inviarli ovunque ad ammazzare gente. Non hanno perciò interesse a distruggere un territorio che li aiuta e patrocina. Attraverso le sovvenzioni con le nostre tasse noi siamo le loro risorse, non il contrario, inoltre vengono protetti e tutelati sia nelle idee religiose sia nel nascondere ciò che realmente fanno. Parlare di attentato al Papa è solo un modo per distogliere l’attenzione dalla realtà e far credere che non vi sia connivenza con loro, ma non è così e la gente lo sa. Noi qui siamo quotidianamente a rischio stupri, furti, scippi, omicidi con sgozzamento, depauperamento dei valori sociali e finanziari, ma non a rischio attentati. Anna Maria

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