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Di Maio e l’autoanalisi post voto: “Non mi dimetto. M5S penalizzato da astensionismo”

by Ilaria Paoletti
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Roma, 27 mag – Luigi di Maio convoca una conferenza stampa per fare il punto sulle elezioni appena trascorse.

“Ringrazio chi non ci ha votato”

“Voglio iniziare stamattina ringraziando i quattro milioni e mezzo che hanno votato Movimento Cinque Stelle: ringrazio anche chi non ci ha votato, perché dal loro comportamento impariamo e prendiamo una bella lezione. Faccio i complimenti alla Lega e al Pd e a tutti i partiti che hanno avuto incremento di voti. Spero rappresentino l’Italia in maniera compatta in Europa”. Poi Di Maio taglia netto, e arriva al punto: “Non parlo politichese: per noi le elezioni sono andate mai. Come forza politica i Cinque Stelle corrono una maratona, non i cento metri”.

“Molti elettori si sono astenuti”

Di Maio addossa il repentino calo dei voti e la batosta elettorale all’astensionismo: “Molti nostri elettori si sono astenuti. Abbiamo tante risposte da dare, promesse da mantenere e da realizzare sin dal 4 marzo 2018. Salario minimo orario, provvedimento per le famiglie che fanno figli e abbassamento delle tasse. Queste elezioni testimoniano che il tema delle tasse e dei diritti sociali sono al centro delle priorità degli italiani“. Una delle chiavi di “volta” per riguadagnare fiducia da propri elettori, secondo Di Maio, è una nuova linfa vitale all’interno del partito: “Mai come in questo momento c’è bisogno di umiltà e di lavoro: umiltà di apprendere dai risultati e dal voto degli italiani, ascoltando le voci del Movimento 5 Stelle”.

E il M5S ha bisogno di “riorganizzazione”

E’ il momento di dare seguito alla nuova organizzazione, in questo momento il movimento ha bisogno di tutti e che tutti possano partecipare” dice il ministro dello sviluppo economico. Le risposte: “Riorganizzazione per portare movimento vicino ai territori. Organizzare incontri sul territorio. Tutelare identità del movimento a cui non rinunciamo”. Ma Di Maio mette le mani avanti sulla sua posizione di leadership: “Nessuno ha chiesto le mie dimissioni. Ho sentito Grillo, Casaleggio, tutti. Nessuno vuole che saltino teste, vogliamo un nuovo sprint da dare al movimento”. E quando dai giornalisti viene “pizzicato” sugli scontri principali che ha con l’alleato di governo (autonomia, tav e flat tax): “Il nostro principale alleato è il contratto di governo. Non ci pentiamo di aver chiesto le dimissioni di Siri”.

Ilaria Paoletti

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Cesare 27 Maggio 2019 - 11:07

Oramai gli italiani fortunatamente non credono piu’ ai giustizialisti che chiedono le dimissioni di un indagato onesto ma non le chiedono per la pluriindagata Raggi.La loro campagna inoltre non aveva un programma di alcun tipo per far ripartire il paese e per uscire dalla schiavitu’ dell’ euro e dei suoi vincoli.Di Maio ha smentito quanto sosteneva da sempre e cioè che bisognava sforare il limite assurdo, inventato a tavolino, del 3% di deficit dello stato che ci ha portato ad una austerità e alla poverta’, insieme ovviamente ad una moneta privata centellinata solo in cambio di riforme utili alle oligarchie occulte bancarie.Si è anche messo a favore della Merkel faccendo rizzare i capelli ai cinquestelle sovranisti che lo hanno abbandonato.Raro esempio di scugnizzo furbetto ed ipocrita che cambia pensiero a seconda della convenienza ma rappresenta molto bene il cerchio magico grillino, che decide tutto a scapito dei poveri illusi che ancora credono che “uno vale uno”!

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