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Elezioni, Renzi corre da solo, Calenda apre ma chiede garanzie. Perché il “campo largo” del Pd è difficile

by Alberto Celletti
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Renzi elezioni da solo

Roma, 25 lug – Matteo Renzi corre da solo alle elezioni. O meglio, corre da sola il “suo” Italia viva. Le ultime dichiarazioni, pubblicate su Agenzia Nova e su altre, disegnano un quadro, verso sinistra, tutt’altro che “largo” come vorrebbe Enrico Letta, il quale aveva “scaricato” il partito dell’ex-segretario proprio qualche giorno fa, escludendolo dal futuro “listone”.

Renzi, le elezioni e il veto del Pd

Matteo Renzi ha deciso che Italia viva correrà da sola alle elezioni. Contro “la peggiore destra d’Europa“, tuona l’ex-piddino. Che aggiunge: “Due mesi di campagna elettorale sono pochi, ma possono essere sufficienti a un ribaltone dei sondaggi o a un pareggio che permetta di ripartire da Draghi. Ma bisogna avere le idee chiare sulle scelte. Europa contro sovranismo, lavoro contro sussidi, Industria 4.0 contro Quota 100, Buona scuola contro chi diceva ‘con la cultura non si mangia’, termovalorizzatori e rigassificatori contro chi diceva no a trivelle e Tap. E poi il tema decisivo: come si combatte l’inflazione?”.

La lontananza da Letta si spiega anche con la richiesta del segretario Pd inerente il “no ai veti” degli alleati. Senza contare lo “scarico” nei riguardi del partito dell’ex-segretario. Renzi sulla questione si esprime così: “Se c’è un veto politico su di noi ne prendiamo atto. E dopo le elezioni ciascuno risponderà delle sue scelte. In una coalizione che va da Fratoianni a Toti passando per Brunetta, Gelmini e Orlando qualcuno mette veti su di noi? Per cosa? Forse perché siamo stati gli unici a proporre Draghi mentre loro inneggiavano a Conte creandone il mito di ‘fortissimo riferimento progressista’? Se invece il veto è legato all’astio di Letta per le vicende del 2014, non possiamo farci niente: per noi conta la politica non i rancori personali”.

Se Letta sarà il candidato premier del Pd lo “deciderà lui”, ma per Renzi bisognerebbe scegliere “uno bravo a vincere elezioni che sembravano già perse: Stefano Bonaccini. Ha preso il voto dei moderati e quello degli estremisti di sinistra e ha fermato Salvini nel momento in cui sembrava impossibile. Bonaccini ha fatto meno campagne elettorali di Letta, ma ne ha vinte qualcuna in più. In ogni caso il problema del candidato premier del Pd riguarda solo il Pd: sono uscito da quella casa e rispetterò le loro scelte”.

Un “campo largo” difficile

Renzi, chiude così: “Se prevale l’intelligenza politica e si costruisce una coalizione vera, ci siamo. Ma se ciascuno vuole tenere le sue bandierine e pensa di poterci abbindolare con due seggi o tenerci fuori con un veto, beh, non ci conoscono. All’inizio di agosto avremo i candidati pronti per tutti i collegi. A inizio settembre, poi, ci vediamo alla Leopolda, anticipata per l’occasione. Abbiamo già vinto sfide controvento come quella per Draghi del 2021 o quella contro Salvini del Papeete. Facciamo politica seguendo l’appello di Sturzo ai liberi e forti. Liberi e forti. I deboli e ricattati sono altri”. Se Matteo Renzi corre da solo, Carlo Calenda apre al Nazareno ma chiede garanzie sui programmi, come riportato da Askanews. Un “sì”, pieno di condizioni, insomma. Il centrismo “di sinistra” che non gioca troppo a sinistra potrebbe dare qualche rogna ad Enrico Letta e i suoi. Che restano inamovibili – per ora – sull’esclusione dei grillini, ma si trovano in una situazione tutt’altro che definita.

Alberto Celletti

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