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Calabria, foglio di via alla figlia del ministro Padoan: aizzava i braccianti immigrati

by La Redazione
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Reggio Calabria, 8 ott – Se anche i figli dei ministri che predicano accoglienza sono schierati in prima linea per tutelare tutti tranne che gli italiani, la situazione non è solo grave, assume tinte grottesche. Veronica Padoan, figlia del ministro dell’Economia Pier Carlo, è stata allontanata per tre anni da Rosarno dal questore di Reggio Calabria. Un foglio di via immediatamente esecutivo che può essere contestato soltanto con un eventuale ricorso al Tar della figlia del ministro. Un provvedimento arrivato dopo una lunga e decisamente scomposta campagna a difesa dei migranti di “Campagne in lotta”, nome particolarmente evocativo dell’organizzazione di cui Veronica Padoan figura tra i leader.

Il 18 agosto scorso l’organizzazione in questione inscenò una protesta contro il trasferimento in una struttura di accoglienza dei migranti della tendopoli di San Ferdinando, la Padoan era in prima fila per cercare di bloccare tutto. Peccato che la gran parte degli stessi extracomunitari fosse lieta di vedersi assegnare una sistemazione ben più comoda. Nei confronti della Padoan partì allora una denuncia per istigazione a disubbidire alle leggi. Si trattava soltanto di una delle ultime proteste messe in atto dalla figlia del ministro in modo decisamente poco lineare e legittimo. Una figlia peraltro da sempre dedita alle contestazioni a tutela dei lavoratori immigrati e un po’ meno impegnata nel proprio lavoro. Già, quale lavoro? Nel curriculum vitae della pasionaria Veronica c’è traccia soltanto di un passato come ricercatrice alla Cgil. Poi nulla, soltanto tanti slogan di piazza.

“Questo palazzo non serve a un c…”, urlava davanti alla prefettura di Foggia, dove si trovava il ministro Andrea Orlando, collega di governo del padre. Peccato che nonostante le ripetute contestazioni condite da insulti vari, la figlia del ministro Padoan non abbia mai subito condanne serie. Qualche malalingua potrebbe sostenere che abbia goduto di una sorta di impunità grazie al ruolo del padre. Certo è che in questo caso la questura di Reggio Calabria si è stufata di averla intorno e l’ha spedita ad aizzare le masse straniere altrove. Nessun pugno di ferro comunque, un foglio di via è poco più di una tirata di orecchie. Quasi a sgridare con una leggerissima sculacciata il figlio capriccioso, la compagna che sbaglia nel darsi alla lotta di campagna.

Eugenio Palazzini

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3 comments

Aldo 8 Ottobre 2017 - 5:57

Con gli “agganci” che ha è evidente che punta ad essere la nuova Boldrini.
Tanto per fare ciò che fa la Boldrini serve solo questo tipo di “esperienza”. Poi nella realtà non osiamo immaginare quanto lei stessa sia coerente con i suoi slogan. ..

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Tony 8 Ottobre 2017 - 7:34

…buona l’idea del foglio di via, ma con una correzione: foglio di via verso una miniera salina per un periodo indefinito…per lei e il babbe..babbo……….

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serena 9 Ottobre 2017 - 4:38

in siberia

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