Roma, 1 dic – La crisi economica scatenata dall’emergenza coronavirus ha spinto tanti giovani a lavorare nell’agricoltura. Infatti, in controtendenza rispetto all’andamento generale, nel 2020 si registra un aumento del 14% del numero di giovani imprenditori agricoli, rispetto a cinque anni fa. Il dato emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle iscrizioni al registro delle imprese di Unioncamere relative a settembre 2020. Numeri che evidenziano un vero e proprio ritorno alla terra degli under 35, che abbandonano invece le altre attività produttive, dall’industria al commercio. Tendenza peraltro evidenziata anche da Confcommercio.
Italia leader in Europa per aziende agricole condotte da giovani
E’ un dato di portata storica. Con oltre 55 mila under 35 alla guida di imprese agricole e allevamenti, l’Italia – sottolinea la Coldiretti – è leader in Europa per numero di aziende del settore condotte da giovani. E’ in atto un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale. Oggi – spiega l’associazione di coltivatori diretti – il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione. Oggi al contrario è la nuova strada del futuro per le giovani generazioni istruite.
I giovani hanno rivoluzionato il lavoro della terra
E i risultati si vedono. A tutt’oggi in Italia una impresa su dieci condotta da giovani – evidenzia la Coldiretti – svolge una attività rivolta all’agricoltura e all’allevamento in un momento drammatico per l’economia e l’occupazione. La presenza dei giovani – prosegue l’associazione – ha di fatto rivoluzionato il lavoro della terra. Infatti sette imprese gestite da under 35 su dieci operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta. Ma anche dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, Fino al cosiddetto agribenessere, alla cura del paesaggio o alla produzione di energie rinnovabili.
Coldiretti/Ixè: 8 italiani su 10 contenti se figlio lavorasse in agricoltura
La rinnovata attrattività della terra per i giovani – continua la Coldiretti – si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità di lavoro e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. E questa percezione è più che diffusa. Infatti otto italiani su dieci (82%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura secondo una indagine Coldiretti/Ixè.
Giovani in agricoltura hanno numeri sopra la media
Se andiamo a vedere nel dettaglio, poi, la capacità di innovazione e di crescita multifunzionale – spiega la Coldiretti – porta le aziende agricole dei giovani ad avere numeri sopra la media. Come una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. Ma tra i giovani imprenditori agricoli non c’è soltanto chi ha scelto di raccogliere il testimone dai genitori. Infatti la vera novità rispetto al passato sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno comunque deciso di scommettere sulla campagna. Sono i cosiddetti agricoltori di prima generazione.
L’agricoltura è dei giovani: innovazione e sostenibilità
“E’ necessario investire sull’agricoltura che è un settore strategico per far ripartire l’Italia grazie anche a un esercito di giovani attenti all’innovazione e alla sostenibilità“. A farlo presente è la leader dei giovani della Coldiretti Veronica Barbati. In conclusione, “occorre sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso – sottolinea la Barbati – vuole investire il proprio futuro nelle campagne. E per questo va liberata dal peso della burocrazia che impedisce anche il pieno utilizzo delle risorse comunitarie”.
Adolfo Spezzaferro
1 commento
Strada giusta, ma non con la terra divisa così. Attenzione!