Roma, 19 feb – A quanto pare, il mensile del Primato Nazionale si trova anche nelle edicole di Manhattan. O forse qualche devoto apprendista del Bene assoluto ha salito tutti i gradini che portano all’Olimpo democratico per consegnarne una copia brevi manu a Roberto Saviano. Fatto sta che lo scrittore, nell’ultimo numero dell’Espresso, ci fa l’onore di consacrarci un’intera paginata della sua rubrica, intitolata peraltro esattamente come la nostra copertina a lui dedicata: “L’antitaliano”. Commentando l’articolo che Valerio Benedetti gli ha dedicato sul numero di febbraio della nostra rivista (definita “house organ della peggiore destra xenofoba e fascista”), Saviano isola furbescamente un frammento della critica e vi costruisce su l’ennesimo monumento a se stesso, stavolta senza nemmeno attingere al Corriere di Caserta.
Benedetti aveva infatti rimarcato come, all’inizio della sua carriera, lo scrittore amasse ostentare letture care alla destra. Saviano si attacca a questo dettaglio e ci fa una lezioncina sull’apertura mentale e sulla possibilità di leggere Evola e Jünger anche senza condividerne le idee. Ma questo lo sappiamo tutti benissimo, è l’abc dell’alfabetizzazione culturale. È semmai proprio in una certa sinistra che il concetto fatica ad attecchire: “la peggiore destra xenofoba e fascista” è solita ospitare incontri e dibattiti anche su autori cari ai dirimpettai politici. Alain de Benoist, invece, alla Feltrinelli non ha potuto parlare, perché un pugno di accademici sconosciuti – non teppisti trinariciuti dei centri sociali, ma docenti universitari – ha ritenuto che la cosa fosse un oltraggio alla democrazia.
La verità è che Saviano fa finta di non aver capito il motivo per cui, nel nostro articolo, si accennava alle sue letture “di destra”: il fatto che tali citazioni, all’inizio della sua carriera, fossero inserite in una strategia di autopromozione che è andata cambiando negli anni. Mutazione che ci interessava ricostruire anche per valutare il grado di sincerità del personaggio. Se non avesse rosicato così tanto, lo scrittore si sarebbe persino accorto che, nell’articolo di Benedetti, il centrodestra berlusconiano, culturalmente desertificato e dalle amicizie ambigue, subisce una critica persino peggiore di quella toccata in sorte a lui. Insomma, se Saviano si è trasformato da cantore dello Stato forte ad agit-prop boldriniano è anche perché una certa destra lo ha spinto verso altri lidi. Lidi in cui, beninteso, Saviano è poi stato felice di approdare, avendo compreso qual è la lingua che apre le porte dei salotti culturali.
Il vero colpo di genio di Saviano, tuttavia, è un altro: dichiarare che, in fin dei conti, non solo lui legge Evola e Jünger, ma che ne è anche più degno di noi. Lo scrittore afferma infatti che “il mondo che si appella a tali pensatori a volte mi sembra assai modesto” in quanto impegnato “nella più disonorevole delle battaglie, e cioè attaccando gli immigrati che non hanno la possibilità di difendersi”. E quindi, malgrado i riferimenti altisonanti a eroi e sapienti, noialtri saremmo “canaglie e non soldati onorevoli”. Intanto diamo a Saviano una notizia: forse lui non se n’è accorto, ma gli immigrati a difendersi hanno imparato da un pezzo. Ma questo la sinistra non riesce a capirlo, perché ha dell’immigrato una visione astratta, ideologica che, in quanto tale, è peraltro sempre “coloniale”, perché non si rapporta mai all’immigrato in sé, ma solo all’immigrato per sé, così come esso appare attraverso una griglia culturale tutta occidentale. Cioè, in questo caso, la figura della vittima universale.
Del resto è solo nelle semplificazioni buone per i lettori dell’Espresso, la cui abitudine alla complessità è andata sprofondando da quando la rivista ha eletto Zerocalcare a maître à penser, che la questione migratoria si può risolvere nel confronto tra chi “attacca” e chi “difende” gli immigrati. E chi è che li difende davvero, poi? Chi li reclama come forza lavoro a basso costo? Chi destabilizza i loro territori con la scusa dell’esportazione della democrazia e con il plauso dei vari Saviano? L’intelighenzia progressista che plaude al loro sradicamento per compiacere la propria libido decostruttiva? La Bonino, che vede nell’Africa “il giardino d’infanzia dell’Europa”?
Con amici come voi, caro Saviano, gli africani non hanno bisogno di altri nemici.
Adriano Scianca
Il "Primato Nazionale" attacca Saviano. E lui rosica: "Xenofobi e fascisti!"
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11 comments
“attaccare gli immigrati che non hanno possibilità di difendersi” ?
l’unica persona che non ha avuto possibilità di difendersi si chiamava Pamela,
ed era una nostra giovanissima connazionale.
Scianca interessante come sempre….
Saviano invece autoreferenziale come sempre. Quando lo sento provo una tristezza infinita per il personaggio.
E’ una persona estremamente sola, piena di soldi ma estremamente sola..
Non basta leggere Evola e Jünger o altri, bisognerebbe anche essere in grado di capire ciò che si legge e Saviano non lo è di sicuro.
Per uno come lui, il massimo dell’impegno cerebrale e della relativa comprensione possono essere i fumetti demenziali di Zerocalcare: intellettuale dei miei coglioni!
Plagiatore e xenofilo.
…non toccate saviano..tiene responsabilità….tiene la scorta…. ( al posto della famiglia )…una scorta non si nega a nessuno: fa tanto chic….
@Redazione
stamattina ho scritto un post interessante a quest’articolo segnalando un link mooolto interessante in cui nella foto riportata c’è Saviano avvinghiato alla Bonino, ma questo mio non è stato pubblicato!!
Si può sapere perchè?
Pure voi con la fissa del “Politically Correct” o che altro?
Saluti.
Fabrice
Questo era ed è l’articolo, eccolo arriva!!
“Perchè Roberto Saviano è un dirigibile marrone senza elica e timone” di Massimo Bordin.
http://micidial.it/2018/01/perche-roberto-saviano-un-dirigibile-marrone-senza-elica-timone/
Chi è Massimo Bordin:
Massimo Bordin è docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Scientifico di Conegliano Veneto (TV) dal 2007. Dopo essersi laureato in filosofia con Antonio Santucci alla Statale di Bologna ha maturato una significativa esperienza come Segretario della Funzione Pubblica Cgil a Belluno. Prima dell’abilitazione all’insegnamento oltre al lavoro di pubblicista presso alcuni quotidiani e periodici…….
http://micidial.it/chi-sono-4/
Insomma, non è uno con gli anelli al naso, tutt’altro!!!
Cordiali saluti.
Fabrice
PS per “dirigibile marrone senza elica e timone” l’autore dell’articolo non intende quello che di solito si intende in tono molto offensivo con questo termine, ovviamente per capirlo bisogna leggersi il pezzo all’interno del suo articolo quando lo dice chiaro e tondo e non invece limitarsi a leggere solo il titolo e basta e dare per scontato che quel termine sia stato usato come avviene di solito in tono modo molto offensivo!!
Ancora saviano, ancora la sua pochezza, ancora la sua retorica ignorante……. comincia ad assomigliare a renzio,alla boldrina e a grassio…….. insomma , appena gli tocchi un immigrato , parte il solito discorso ignobile e arrogante…… Per cui ognuno di noi diviene “razzista e xenofobo”…….. altro non sa dire, poiché non ha argomenti,la sua fronte bassa non riesce a produrre idee e discorsi di senso compiuto , non argomenta,sputa sentenze a vanvera in un delirio di onnipotenza senza freni e confini…….. auguroni.
chiunque veniva dalla STATALE di PISA, Piazza dei Cavalieri, non poteva essere altro che un vile servo del compagno DALEMA e schiavo del PCI< meli riocrdoi bene, allora baitavo a PISA operavo presso la 46° TM
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