Roma, 5 febbraio – È morto a Dubai Pervez Musharraf, presidente del Pakistan dal 2001 al 2008 dopo che nel 1999 aveva guidato un colpo di stato incruento ai danni del primo ministro Nawaz Sharif, in conseguenza del quale il paese fu escluso dal Commonwealth, l’organizzazione di stati erede dell’Impero britannico. Il generale era da lungo tempo malato.
Il ruolo del Pakistan
Nel dicembre del 2019 era stato condannato a morte in contumacia per alto tradimento, con diverse accuse che riguardavano gli anni in cui era al potere. Nel gennaio del 2020 l’Alta Corte di Lahore aveva cancellato però la condanna ritenendola incostituzionale, perché arrivata al termine di un procedimento giudiziario irregolare. Musharraf aveva 79 anni e nei suoi anni da presidente aveva guidato il Pakistan in modo dittatoriale, con un grande accentramento dei poteri, brogli elettorali e corruzione. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 si schierò a favore della “guerra al terrorismo” intrapresa dagli Stati Uniti con l’invasione dell’Afghanistan, pur lasciando il Pakistan in una posizione ambigua tra una facciata istituzionale schierata con l’alleanza a guida americana e l’appoggio indiretto della popolazione, soprattutto al confine, alla resistenza talebana.
I talebani
Inoltre, va sottolineata la tensione latente tra il Pakistan e gli Stati Uniti quando i B-52 iniziarono a colpire anche il suolo pakistano nella “caccia” a Bin Laden: Musharraf ribadì a Powell l’importanza di limitare l’esuberanza dell’aviazione statunitense tirando solo su bersagli “chiaramente identificati” mentre ammoniva “i Taliban non sono terroristi”, esortando i suoi alleati che ne avevano sottovalutato il valore ad una strategia più mirata all’eliminazione dei capi – tra cui il leggendario Mullah Omar – più che ai bombardamenti a tappeto sulle regioni al confine del Kashmir. Forse capì che i danni indiretti dell’attacco americano si sarebbero riversati anche sulla sua terra: infatti, ad oggi, il Movimento dei Talebani del Pakistan – dal dicembre 2007 – è l’unico gruppo talebano fuori dall’Afghanistan, culla originaria del movimento. Tra i numerosi atti terroristici rivendicati dal gruppo vi è la strage alla Scuola Pubblica Militare di Peshawar del 16 dicembre 2014 che causò la morte di 145 persone di cui 132 minori. Le parole non sono bastate.
Sergio Filacchioni
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Morto a Dubai, detto tutto.