Roma, 13 apr – Il flop del cosiddetto “Terzo polo” si sta concretizzando ogni giorno di più. Le scintille tra i due leader tengono banco da giorni e una cosa è quasi certa: del partito unico non se ne farà nulla salvo miracoli. Ma anche sul resto, insomma, non c’è da guardare con chissà quale fiducia (dal punto di vista degli attori in campo).
Un “Terzo polo” che non c’è mai stato
Il Terzo polo non c’è mai stato perché i suoi componenti hanno sempre avuto approcci differenti. Il che spiega ancora meglio le ultime beccate reciproche tra Azione ed Italia viva, come riportato dall’Ansa. Carlo Calenda così ha dichiarato al termine del comitato politico: “Un nulla di fatto: Italia viva ha ribadito che continuerà a fare attività nel 2024, cosa che per noi è inaccettabile. Abbiamo chiarito che negli organi di partito non potrà esserci chi ha conflitti di interesse: punto fondamentale. E allo stesso tempo questa è una questione dirimente: il Pd non è nato con la Margherita che continuava a fare politica parallelamente al Pd, con un altro segretario che non sedeva negli organi. Perché oggi Renzi non si è fatto vedere. Ci rincontreremo domani sera ma se questo punto non viene sciolto il partito unico non nasce“. Dal canto suo, Italia viva replica così: “La riunione si è conclusa con l’accordo su tutti i punti e con l’aggiornamento a domani sulle ultime due questioni. Rimangono aperte la questione soldi, su cui IV è disponibile a pagare il 50% delle spese e sulla richiesta di Calenda di non fare mai più la Leopolda.Su tutti gli altri punti accordo pieno sulla base del documento presentato da Azione. Lo scioglimento di IV e Azione sarà contestuale all’elezione del nuovo segretario nazionale. Calenda ha chiesto a tutti i membri del comitato politico uscendo di fare dichiarazioni distensive e poi ha fatto il contrario, come sempre”.
Renzi e Calenda, due personalità differenti
Diciamolo chiaramente, tra Matteo Renzi e Carlo Calenda c’è una differenza abissale. A prescindere da qualsiasi giudizio di valore sulle ideologie, ovviamente. Il primo è un politico di razza, il secondo un mestierante del settore. In teoria, una simile sproporzione avrebbe dovuto permettere una fusione meglio congeniata delle due parti. Così non è stato, semplicemente perché il leader di Azione, che stupido non è, non ha intenzione di pagare dazio. Un rapporto diseguale fin dall’inizio, un gioco del gatto col topo che nel medio periodo ha già dimostrato tutte le sue falle. Per un “Terzo polo” che, non casualmente, è stata definizione discussa fin dalle origini.
Alberto Celletti
1 commento
L’inutilità dei moderati trova la massima espressione in questi due fenomeni.
Inutilità del moderatismo che paghiamo noi comuni cittadini.
Inutilità del moderatismo resa palese dai tempi difficili che viviamo dove contano gli Stati e non fantomatiche unioni di Stati.
Tempi difficili che chiedono decisioni forti ed importanti e che siano in proiezione del breve e del lungo periodo.