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Procedura d’infrazione Ue, Tria adesso fa l’ottimista e dispensa fiducia

by Ludovica Colli
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Roma, 25 giu – Giovanni Tria si dice ottimista sui negoziati con la Commissione europea per evitare la procedura d’infrazione sui conti pubblici. “Non vedo ostacoli per un accordo”, afferma il ministro dell’Economia ad un seminario organizzato dall’Università di Tor Vergata a Villa Mondragone sul futuro della globalizzazione. Il titolare del Mef entra nel dettaglio e spiega che “per un’economia a crescita zero il target di deficit al 2,1% per l’anno in corso rappresenta una politica fiscale più che prudente e stiamo andando verso questo livello di deficit -sottolinea Tria – grazie a una gestione delle finanze pubbliche prudente anche se noi stiamo attuando le politiche sociali programmate con l’ultima legge di Bilancio”.

“Terremo il deficit basso e ridurremo il debito”

Per il futuro l’idea, spiega il ministro, “è quella di tenere il deficit basso e continuare con l’obiettivo di diminuzione del debito non attraverso l’innalzamento delle tasse ma attraverso più basse spese correnti: questo è il nostro impegno verso il Parlamento e stiamo lavorando per soddisfare questo mandato con la prossima legge di bilancio”. Sulla base di questo, assicura Tria, “io credo che l’Italia sia sostanzialmente in linea con le regole di bilancio europee e per questa ragione sono ottimista su una buona soluzione sulla procedura“.

“Taglio delle tasse? Fa parte dei nostri obiettivi”

Poi, rispondendo a una domanda sulla possibilità di fare seguito al taglio delle tasse chiesto dal vicepremier Matteo Salvini, Tria spiega: “Si sta vedendo tutto quanto, certamente fa parte dei nostri obiettivi“. “Il Parlamento ha chiesto di mantenere un livello contenuto di deficit non attraverso aumento tasse ma attraverso tagli spesa. Per il 2020 il Parlamento ha approvato obiettivi di deficit contenuti nel Def ed ha chiesto al governo di evitare, con misure alternative, l’aumento delle tasse e noi stiamo lavorando in questa direzione”, chiarisce il ministro.

Per quanto riguarda il rischio di aumenti dell’Iva previsti dalle clausole di salvaguardia imposte dalla Ue, il titolare del Mef precisa: “L’aumento dell’Iva per l’anno prossimo fa parte dell’attuale legge dello Stato. Stiamo lavorando per evitarlo“. “In questo assestamento – spiega ancora Tria – possiamo registrare, dopo il controllo della Corte dei conti, come la nostra politica di bilancio molto prudente ci sta portando in modo naturale entro livelli di sicurezza del deficit e non c’è bisogno di tagliare nulla dei programmi di spesa già approvati“.

Nel ricordare che la legge di assestamento si approva per legge entro il 30 giugno, Tria ha sottolineato che il calo del deficit è legato al fatto che “stanno andando meglio le entrate e ci sono minori uscite in base ai programmi di spesa approvati“. I programmi di spesa, prosegue, “vengono fatti in base a previsioni di spesa che questo governo ha fatto in modo molto prudente. Spesso si approvano leggi con previsioni di spesa inferiore a quello che sarà, noi abbiamo fatto un po’ il contrario”.

Per quanto riguarda infine quota 100 e reddito di cittadinanza, invece, Tria spiega: “Adesso stiamo vedendo in che modo dimostrare alla Commissione europea che questi risparmi esistono. I dati del primo semestre e le previsioni del secondo ci dicono che la spesa sarà sostanzialmente inferiore”.

Confindustria: “Bene Tria, dà fiducia sui conti pubblici”

Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha definito “molto positivo” che Tria abbia affermato che non vede ostacoli per un accordo con la Commissione Ue per evitare la procedura d’infrazione sui conti pubblici. “Questo è molto positivo: non è nell’interesse del Paese subire una procedura di infrazione che sappiamo quello che comporta. Le parole del ministro Tria mettono fiducia non solo ai mercati, anche a noi italiani. Però, ricordiamolo bene, il debito pubblico è una questione italiana non europea”, puntualizza Boccia.

Ludovica Colli

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1 commento

Cesare 25 Giugno 2019 - 1:48

Tria ci stà dicendo che lo stato continuerà a prendere dai cittadini piu’ di quanto spende per loro e cio’ puo’ essere fatto solo attingendo dai risparmi degli italiani e riducendoli i servizi quale scuola, sanità, etc.Saranno contenti i banchieri proprietari della creazione di moneta privata fatta tramite le loro banche centrali(banca d’italia e BCE sono private) e le loro banche private, che creano a costo zero ed esentasse il denaro con cui sottomettono e depredano i popoli.Saranno contenti perchè queste risorse tolte agli italiani andranno alle loro banche e finanziarie sotto forma di interessi e di potere di condizionare gli stati.E’ per questo che non vogliono i minibot ; sarebbe moneta dello stato che non dovrebbe pagare nessun privato per averla a disposizione.
Non è un caso che Tria è stato imposto al posto di Savona; serviva a continuare ad assecondare i poteri stranieri oligarchici occulti che si sono impadroniti del paese con le svendite delle aziende pubbliche, banche comprese.
A noi i burocrati stranieri non eletti da nessun popolo europeo non permettono di sforare nemmeno del 3% la spesa mentre a Spagna, Portogallo ed altri hanno permesso deficit molto piu’ alti; il fatto è che l’Italia ha ancora ricchezze che vogliono depredare e politici che non hanno fatto che inginocchiarsi ad ogni insignificante burocrate che apriva la boccuccia

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