Roma, 20 dic – Nella nottata appena trascorsa il Pd è riuscito a far passare in Commissione Bilancio della Camera un emendamento alla Legge di Stabilità praticamente identico a quello che era stato ritirato un mese fa e di cui Il Primato Nazionale denunciò il principale, se non unico, scopo che era quello di sanare le posizioni dei vecchi dirigenti incaricati nelle Agenzie fiscali, dichiarati illegittimi dalla sentenza della Corte Costituzionale del marzo 2015.
L’approvazione dell’emendamento è un doppio vulnus giuridico perpetrato senza alcun ritegno e pudore dalla maggioranza in quella che, probabilmente, è stata l’ultima notte di “assalto alla diligenza” di questa legislatura. Doppio vulnus perché da un lato, per l’ennesima volta negli ultimi trentatré mesi si tenta di aggirare palesemente la sentenza della Consulta favorendo in modo spudorato, nel futuro concorso da dirigenti, i vecchi funzionari incaricati che in buona parte, in questo momento, svolgono le stesse attività sotto forma di Posizioni Organizzative Speciali o Temporanee, guarda caso proprio le Posizioni che sarebbero esonerate dalla prova preselettiva, sicuramente la più dura ed oggettiva del concorso. Dall’altro lato il vulnus riguarda l’impossibilità di approvare con la Legge di Stabilità e con quella di Bilancio norme recanti interventi di carattere ordinamentale o di tipo organizzatorio, cosa che invece avverrebbe proprio con l’approvazione di un emendamento come quello approvato dalla Commissione.
A questo punto non resta che vedere se nel clima da “fine impero” che si vive nelle stanze romane in queste ore il Pd riuscirà, magari con la benedizione (e il voto) di qualche esponente delle opposizioni, a far passare un provvedimento già viziato in partenza e che provocherà, ne siamo sicuri, una nuova pioggia di ricorsi che bloccheranno l’operatività delle Agenzie fiscali già messe a dura prova dall’inerzia del governo e dei loro massimi dirigenti negli ultimi due anni e mezzo. Quel che è certo è che il Pd, ormai sicuro di perdere le prossime elezioni politiche, sta lasciando una bella mina giuridico-amministrativa alla prossima maggioranza di governo e c’è da credere che sia una strategia precisa e studiata.