A meno di un mese dall’inizio del nuovo anno scolastico, come di consueto, le tematiche riguardanti la scuola tornano magicamente sulle prime pagine dei maggiori quotidiani. La situazione che dovranno vivere studenti, insegnanti e famiglie si prospetta essere peggiore di come è stata lasciata a giugno: un fenomeno progressivo che ormai si verifica puntualmente ogni settembre. Nel silenzio più totale, oltre l’effettiva entrata in vigore dei vari interventi normativi presentati dal ministro Valditara negli scorsi mesi (come l’introduzione di tutor e docenti “orientatori”), le famiglie italiane si troveranno ad affrontare una vera e propria caccia ai contributi volontari, schizzati alle stelle, messa in atto dalla maggior parte dei dirigenti scolastici.
Per una scuola pubblica di qualità occorre pagare
I versamenti volontari, una somma richiesta a discrezione delle famiglie per la copertura di tutta una serie di costi aggiuntivi, hanno raggiunto la cifra media di 86 euro annui ad alunno. In un sistema scolastico che si professa pubblico soltanto la stessa richiesta di un simile contributo fa storcere il naso, ancor di più quando sono gli stessi presidi a sollecitare tale pagamento. A delineare pienamente la salute della nostra istruzione pubblica aiutano le parole inequivocabili degli istituti: “Le cose da fare sono tante e i soldi che ci dà lo Stato bastano solo per i servizi di base. […] Solo così possiamo garantire un’istruzione di qualità”.
Valditara continua la tradizione degli ultimi anni
Ecco come si presenta la scuola ai nastri di partenza. Le ricette di Valditara rischiano di avere un impatto definitivo per l’istruzione pubblica italiana, superiore perfino alla “Buona Scuola” di renziana memoria. L’agenda Draghi sembra proseguire a gonfie vele sotto il governo Meloni: fondi del PNRR destinati a tutto tranne che all’istruzione, omologazione al mondo del lavoro schiavo del mercato come finalità dell’istruzione e sempre meno partecipazione degli studenti all’interno delle scuole. Una trasformazione continua verso la scuola-azienda privatizzata al servizio delle multinazionali, con quella aggiunta di tinte arcobaleno e politicamente corretto a condire il tutto. Bentornati ragazzi.
Andrea Grieco