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Scuola, oggi la protesta in piazza in 60 città. Tutti contro la Azzolina (pure i governatori dem)

by Adolfo Spezzaferro
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scuola azzolina

Roma, 25 giu – Gli italiani scendono in piazza contro il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e il piano Scuola per la ripresa delle lezioni a settembre. Genitori, docenti, precari, assistenti educativi, studenti e bambini del Comitato priorità alla scuola e oltre 48 organizzazioni nazionali manifesteranno contro il piano del governo nel giorno in cui la Azzolina porterà in Conferenza unificata Stato-Regioni le linee guida per il rientro in classe a settembre. Un piano che è stato bocciato da tutti, a partire dai presidi.

Oggi alle 18 a piazza San Silvestro a Roma e in altre 60 città

La protesta scatterà oggi dalle 18 a Roma in piazza San Silvestro ed in contemporanea in oltre 60 città italiane, da Milano a Firenze a Napoli, da Aosta e Genova a Bologna, Taranto e Palermo. “Manifestiamo in una zona centrale di Roma, accanto al Parlamento – spiega Cristina Tagliabue referente di Priorità alla Scuola Roma – affinché la nostra voce arrivi non soltanto alla ministra dell’Istruzione Azzolina, ma allo stesso premier Conte, al quale chiediamo un maggior impegno economico, risorse straordinarie per la scuola. Ci auguriamo che le nostre richieste, che nascono da tantissime realtà romane e nazionali, siano non solo prese in considerazione, ma ascoltate e accolte, soprattutto dopo aver appreso le linee guida appena divulgate”, fa presente.

Sindacati, docenti, genitori, studenti: tutti contro la grillina

Oggi in piazza in difesa della scuola pubblica e del diritto all’istruzione per ribadire che la scuola è un presidio democratico fondamentale e che sulla scuola bisogna investire in organici e in edilizia, per la sicurezza e la presenza ci saranno 48 organizzazioni nazionali: sindacati, associazioni di docenti, di genitori e di studenti. “Stiamo creando una piazza a forma di una scuola che non c’è più, e di come la vorremmo rivedere fatta di narrazioni e commistioni, in cui il mondo dell’istruzione italiana sarà rappresentato nel suo presente, nel suo passato e nel suo futuro, da bimbi, genitori, studenti e insegnanti. Racconteremo con parole nostre quello che ci aspettiamo, adesso, dal governo perché senza investire nell’istruzione, non ci sarà futuro per le nuove generazioni“, conclude la portavoce di Priorità alla Scuola Roma.

Le richieste: risorse straordinarie, aumento del personale, investimenti nell’edilizia scolastica

Le richieste avanzate al governo giallofucsia sono tutto quello che non figura nel piano predisposto per settembre: risorse straordinarie, personale docente e Ata adeguato alle esigenze della scuola, assunzione dei docenti precari dalle graduatorie provinciali, maggiore numero di spazi per tutte le scuole di ogni ordine e grado, investimenti strutturali per l’edilizia scolastica, prevenzione sanitaria nelle scuole, esternalizzazione di servizi educativi per completare il tempo scuola che causerebbe un aumento del lavoro precario, riduzione delle ore didattiche da 60 a 40 minuti, didattica a distanza come parte strutturale dell’orario scolastico. Chi protesta inoltre respinge tutti i tentativi di smantellamento della scuola pubblica.

La fuffa del piano Scuola non piace neanche ai governatori dem

Il piano scaturito dai “cervelloni” del Miur invece non fa che scaricare ogni responsabilità su enti locali e dirigenti scolastici, senza investire risorse aggiuntive per poter davvero ripartire a settembre in classe nel rispetto dei protocolli del Cts anti coronavirus. Linee guida peraltro impossibili da rispettare, soprattutto per quanto riguarda la distanza di sicurezza di un metro e il divieto di assembramenti, per il 40% degli istituti scolastici. In ogni caso, la proposta della Azzolina alle Regioni scontenta anche i governatori di sinistra, come quello della Toscana Enrico Rossi, che giudica la proposta della ministra grillina “irricevibile, una presa in giro”, ritenendo giusta la protesta di piazza.

Gelmini: “La Azzolina è riuscita nell’impresa di scontentare tutti”

Sul fronte dell’opposizione, l’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini punta il dito contro i giallofucsia: “Dal governo ci saremmo aspettati indicazioni operative e concrete per avviare il prossimo anno scolastico. La scuola viene da mesi terribili, nei quali le famiglie sono state lasciate sole, più di un milione e mezzo di ragazzi non ha potuto seguire le lezioni a distanza – perché mancava un tablet, un pc o una connessione -, il 30% degli istituti paritari rischia la chiusura”. La capogruppo di Forza Italia alla Camera, ai microfoni di Radio anch’io, su Radio1, accusa la titolare del dicastero del’Istruzione: “A valle di questa situazione, il ministro Azzolina avrebbe dovuto offrire non generiche linee guida ma proposte precise e condivise con i presidi, con i genitori e con i sindacati, al fine di consentire un inizio ordinato dell’anno scolastico. Invece è riuscita nell’impresa di scontentare tutti“.

Meloni: “Fa come Ponzio Pilato”
Salvini: “Non supererebbe l’esame di terza media”

Anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e il leader della Lega Matteo Salvini hanno bocciato il piano Scuola giallofucsia accusando il governo Conte di fare scaricabarile e mettendo in evidenza che la Azzolina è assolutamente inadeguata nel suo ruolo. Se per la Meloni “fa come Ponzio Pilato”, perché con la scusa dell’autonomia scolastica “se ne lava le mani”, per Salvini la grillina “non supererebbe l’esame di terza media e non dovrebbe occuparsi neanche della pulizia delle classi, altro che ministero dell’Istruzione”.

Adolfo Spezzaferro

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