Roma, 28 nov – L’Istat ci dice che lo scorso anno in Italia sono nati 12mila bambini in meno rispetto all’anno precedente. Sarebbero, sempre secondo l’Istituto Nazionale di statistica, 100mila le mancate nascite negli ultimi otto anni. La spiegazione più logica, a parere degli strateghi dei numeri, sarebbe da attribuire al forte calo dei matrimoni che nel 2014 avrebbero registrato il minimo storico fermandosi a quota 189.765, cioè 57mila rispetto al 2008, anno da cui parte la rilevazione statistica. I veri motivi del calo delle nascite sono però ben altri. Politicamente non conviene puntualizzarlo da parte di un Ente che dovrebbe essere indipendente ma che nei fatti è influenzato dalla politica corrente.
Il calo demografico è dovuto principalmente al fattore economico, all’impossibilità per le giovani coppie di avere un lavoro stabile, di poter contrarre un mutuo per la casa e di essere costretti a vivere ancora con i genitori. Il costo di un bambino è stratosferico per chi non ha adeguate risorse economiche, a partire dalla retta degli asili nido, al costo di pappe e pannolini, di medicine e visite pediatriche, oltre a quelli del vestiario e degli accessori. Eppure, questo l’Istat non lo dice, migliaia di coppie impossibilitate ad avere figli, fanno moneta falsa pur di averli ricorrendo a procreazione assistita o recandosi addirittura all’estero, per concepirli o per adottarli.
Dunque la volontà di avere figli c’è ed è pure forte, manca l’aiuto dello Stato con un Governo più impegnato a sostenere le politiche pro-immigrazione piuttosto che che quelle a favore della natalità. Se i cinque miliardi di euro destinati ogni anno ad ospitare in prevalenza i cosiddetti “migranti”, fossero dirottati alle coppie che decidono di mettere al mondo un figlio, la denatalità si potrebbe trasformare in baby boom.
Insomma manca, e non da oggi una politica sociale, cosa estranea alla cultura dominante. Basterebbero misure semplici. Pensiamo alla creazione di asili nido gratuiti magari diminuendo i centri d’accoglienza per i disperati del terzo mondo. Se poi ci fosse anche una politica economica che aiutasse dare un lavoro al 40 per cento dei giovani disoccupati, l’Istat sarebbe costretta a correggere i suoi dati sulla natalità. Non ci sono meno mamme, ma meno donne disposte a mettere al mondo un figlio per uno Stato che non lo merita. Per questo è vitale cambiare dal profondo questo Stato per ricostruire tutto.
Alberto Palladino
2 comments
“Il disastro delle adozioni in Italia”
Oggi negli orfanotrofi italiani ci sono 35mila bambini. Li chiamano «minori fuori famiglia». A questi si aggiungono i 400 neonati abbandonati ogni anno alla nascita. Le adozioni nazionali, in compenso, sono pochissime. In un anno si aggirano tra le 1.000 e le 1.300….
http://www.linkiesta.it/it/article/2016/01/11/il-disastro-delle-adozioni-in-italia/28840/
Ergo, se invece in questi ultimi otto anni tutti questi bambini italiani fossero stati adottati si arriverebbe alla cifra di 38mila e se altri 60mila bambini italiani fossero nati in questi ultimi otto anni e allora ecco che quella cifra di 100mila nascite in meno negli ultimo otto anni non ci sarebbe!!
Ma siccome i pupari globalisti massoni e paramassoni della UE hanno deciso che il futuro delle nazioni europee deve essere multietnico e allora hanno fatto, fanno, stanno facendo e faranno tutto il necessario e il possibile per importare nella UE un sacco di gente senza arte e nè parte dall’Africa e dal Medio Oriente, per loro i bambini italiani, greci, spagnoli, portoghesi, francesi, ecc.. possono solo andare a fare in cu… la priorità per loro è solo ed esclusivamente la costruzione a tavolino di una società multietnica e farlo a tutti i costi e nei tempi più rapidi possibili e la cosa ancora più grave è che solo la Polonia e l’Ungheria gli hanno detto NO, tutti gli altri paesi della UE a fare invece i servi dei pupari ( ovviamente Italia inclusa, anzi fra quelle che ha i politicanti più servili….!! ) di cui sopra, il tutto grazie ai loro politicanti che si sono venduti per un piatto di lenticchie tradendo i loro popoli in modo plateale e la cosa ancora più grave è che la maggior parte della gente non lo ha ancora capito, effetti deleteri della propaganda di Tv e giornaloni !!
Saluti.
Fabrice
PS ormai si tradiscono nel parlare pure i giornalisti famosi dei media mainstream, in una recente puntata del talk show di Corrado Formigli ( quello su “La7″ ) fra gli ospiti a parlare di immigrazione c’era il famoso giornalista radical chic Federico Rampini e come se nulla fosse aveva esordito col dire ” Visto che dobbiamo diventare una società multietnica…. “, poi ovviamente un mare di balle sulla bellezza della società multietnica nella sua New York…, ovviamente Formigli non ha chiesto nessun chiarimento a Rampini sul perchè e per come bisogna per forza diventare una società multietnica!!
Sò soddisfazioni professionali, non c’è che dire………!!
E come fanno i ragazzi a sposarsi e fare figli? Nella mia città chi lo ha fatto si è trovato a vivere separato in casa dei rispettivi genitori, con i bambini mantenuti dai nonni sballottati da una casa ad un’altra. E le poche mamme che lavorano sono penalizzate dai contratti firmati dalla triplice: pochissimi giorni di permessi retribuiti, se il bambino sta male con che cuore lo mandi all’asilo, a parte che te lo rimandano a casa.. Ma a casa le mamme non possono stare. Per non parlare dei contratti a tempo determinato, ti sposi e resti incinta e sei fuori, il contratto non te lo rinnovano e legalmente possono farlo. La maternità è anche una funzione sociale e lo Stato dovrebbe tutelarla. Io oggi come oggi non potrei farlo un figlio. Poi condanniamo le mamme stressate che scordano i bimbi in macchina. Ai miei tempi non succedeva, mai sentito. Io non so davvero come facciano le mamme oggi, sono più che eroine