Roma, 23 nov – “Cinque milioni di italiani hanno difficoltà a mettere in tavola un pasto decente, 7 milioni e 600 mila hanno avuto un peggioramento del tenore di vita. Il 60% degli italiani ritiene che la perdita del lavoro, o del reddito, sia un evento possibile che lo può riguardare nel prossimo anno”. La pandemia ha allargato le maglie del disagio sociale. E’ il preoccupante quadro che emerge dal secondo Rapporto Censis-Tendercapital sui buoni investimenti “La sostenibilità al tempo del primato della salute”.
Difficoltà economiche per 23 milioni di italiani
I numeri sono allarmanti, non solo per le imprese: 23,2 milioni di italiani hanno dovuto fronteggiare delle difficoltà con redditi familiari ridotti; 2 milioni sono già stati duramente colpiti nella prima ondata della pandemia; 9 milioni di italiani hanno integrato i redditi con prestiti da familiari o dalle banche. Oggi a temere di restare senza soldi è il 53% delle persone a basso reddito, mentre il 42% degli italiani vede il proprio lavoro a rischio. Dal rapporto emerge una società in affanno che con l’emergenza Covid vede ampliarsi le disparità. Nello specifico, poi, l’82,3% degli italiani si dice favorevole a misure che impongono la permanenza in Italia di stabilimenti e imprese che producono beni e servizi strategici come ad esempio mascherine e respiratori, essenziali durante la pandemia. La ricerca inoltre mette in evidenza che questo interesse si accompagna al protezionismo contro i prodotti di Paesi che non rispettano le nostre regole sociali e sanitarie: a dichiararlo è l’86% degli intervistati.
Sul fronte lavorativo, poi, il rapporto evidenzia disparità di trattamento economico, con il 34,8% delle donne che lamenta un peggioramento del proprio impiego, mentre è il 23,9% degli uomini a dire lo stesso. Inoltre con l’emergenza sanitaria si è aggravata ulteriormente la penalizzazione delle donne nel mercato del lavoro: infatti, nel secondo trimestre 2020, il tasso di occupazione delle donne è pari al 48,4% (-2,2% rispetto al 2019), mentre quello degli uomini arriva al 66,6% (-1,3%).
“Pandemia ci lascerà società impaurita e più diseguale”
Per il presidente del Censis Giuseppe De Rita “la coesione sociale è un presupposto della crescita, come un buon welfare. Farli sentire con le spalle protette, per salute e futuro dei figli, è il modo migliore per rassicurare gli italiani, facendo ritrovare loro il gusto delle sfide. La pandemia ci lascerà una società impaurita, più diseguale, alla ricerca della crescita. Non sarà lo stato a debito a lenire le sofferenze, ci vorrà lo sforzo di tutti i soggetti, le imprese e i mercati”., avverte. Secondo il presidente di Tendercapital Moreno Zani “il 2020 è stato ed è tuttora un anno senza precedenti, con sfide estremamente complicate in termini sanitari ed economici. Non dobbiamo però dimenticarci delle conseguenze a livello sociale della pandemia, che rischiano di diventare davvero gravi. Gli italiani indicano chiaramente che una società inclusiva, sostenibile, equa è la priorità del nostro tempo, con grande sensibilità sociale”.
Ludovica Colli