Spesso e volentieri la pulizia degli elettroutensili, e in particolar modo delle macchine stazionarie, viene trascurata o fatta in modo sommario e superficiale, mentre in realtà è uno degli interventi più importanti e rientra di fatto nelle operazioni di manutenzione.
Le macchine stazionarie, come accennato anche prima, sono le più esposte ai potenziali rischi derivanti dall’incuria e dalla mancata pulizia, soprattutto la sega circolare, la sega a nastro, la pialla a filo, quella a spessore e le combinate a filo e spessore. Dal momento che lavorano con il legno, infatti, queste macchine tendono a produrre una notevole quantità di trucioli e polveri che vanno a depositarsi all’interno della macchina stessa, negli interstizi e nelle rientranze delle parti mobili.
Una scarsa pulizia, quindi, può dare luogo alla formazione di ruggine e alla limitazione delle funzionalità stesse della macchina, e di conseguenza la riduzione sia della vita utile dei suoi componenti sia dell’efficienza di lavoro.
Le zone sensibili
Per quanto riguarda in particolare la pialla a filo e spessore, le opinioni degli artigiani e dei professionisti sottolineano tutte l’importanza di sottoporre la macchina a una pulizia accurata, con una frequenza proporzionata all’intensità con cui viene usata.
Le parti che, se non pulite a dovere, possono portare a un notevole calo nella resa di lavoro della macchina e nella sua precisione sono i piani di scorrimento in ghisa, e nel caso in cui la combinata integri la sega circolare o la toupie, bisogna considerare anche i binari di scorrimento del carro.
In queste zone, infatti, tendono ad accumularsi le polveri del legno e le particelle di resina, che vanno a creare attrito e impediscono ai pezzi in lavorazione di scorrere in modo fluido e continuo; non è raro, inoltre, che gocce di sudore cadano sui piani di scorrimento, oppure che vi si poggino le mani sudate mentre si lavora, e che questo faciliti la formazione di macchie di ruggine.
La polvere di legno che si deposita nelle intersezioni delle zone di movimento poi, come i pistoni del sistema di regolazione dei piani, l’albero porta-coltelli o i binari di scorrimento delle parti mobili, vanno a “impastarsi” con le sostanze lubrificanti, ostacolando i movimenti e incrementando attriti e frizioni nelle parti mobili.
I prodotti consigliati
Le attrezzature richieste per la pulizia di una pialla a filo e spessore sono poche; a parte i comuni stracci, infatti, occorrono soltanto una levigatrice rotorbitale a platorello tondo, in modo da rendere più facile ed efficiente la pulizia dei piani di scorrimento, e delle spugne abrasive. Per raggiungere gli interstizi si possono usare degli spazzolini, ma gli stracci possono servire altrettanto bene allo scopo se vengono adoperati con cura e pazienza.
La qualità delle spugne abrasive è molto importante, inoltre, quindi meglio optare per prodotti di marche notoriamente affidabili nel settore, come la multinazionale 3M per esempio.
Per le sostanze da utilizzare, invece, la scelta si fa più ampia e complicata; di solito vengono adoperati liquidi sgrassanti e lubrificanti, in alcuni casi si tratta di prodotti chimici specifici, ma in molti usano anche sostanze più economiche e facilmente reperibili, come alcool, benzina, trielina o acquaragia.
Nella scelta dei prodotto da utilizzare, però, è bene tenere presente due cose molto importanti; la prima è che alcuni dei prodotti menzionati sopra sono efficienti nel rimuovere lo sporco, ma possono rivelarsi troppo aggressivi e rovinare le superfici della macchina, soprattutto quelli a base di silicone, quindi bisogna stare molto attenti ad asciugarli bene dopo averli usati.
La seconda riguarda la consistenza stessa del prodotto usato, che se è troppo liquido può colare con estrema facilità negli interstizi raggiungendo zone dove non può essere rimosso, dando così luogo a depositi che facilitano la corrosione.
La formula WD-40
Uno dei prodotti più affidabili per la pulizia della pialla a filo e spessore, nonché di tutte le altre macchine stazionarie in generale, è il lubrificante noto con la sigla WD-40. Questa sostanza, inventata nel 1953, nasce in realtà come idrorepellente, ma possiede ulteriori proprietà che la rendono adatta anche come lubrificante, penetrante e sbloccante.
La sua formula specifica è segreta, ovviamente, ma il WD-40 prodotto in Europa è composto per la maggior parte da nafta pesante, che ha proprietà solventi; di conseguenza viene usato anche come sgrassante. Dato che il WD-40 possiede anche una elevata viscosità, non cola quando viene spruzzato sulle superfici, e quando viene cosparso in modo uniforme crea una patina che protegge le superfici metalliche dall’acqua e dall’aria, evitando così l’ossidazione e il formarsi della ruggine.