Roma, 6 ott – C’è poco da fare: chi oggi sostiene la necessità delle terapie anti-Covid, e in particolare delle cure domiciliari, viene automaticamente squalificato dal dibattito pubblico. Perché questo virus è incurabile, dicono. E chi sostiene il contrario è un irresponsabile. Poco importa che l’Aifa abbia smentito questa narrazione, le cose stanno così. Punto e basta. E invece no. A contrastare il pensiero dominante c’è, tra gli altri, il medico Ranieri Guerra. Non si tratta di un signor nessuno, bensì dell’ex direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che proprio dall’Oms fu mandato in Italia per assistere il governo Conte II nella gestione delle prime fasi della pandemia.
Controstoria della pandemia
Ranieri Guerra, preso di mira da Report, ha da poco pubblicato un libro che si presenta come una «controstoria della pandemia». Un volume che è un vero atto di accusa contro il governo italiano, e il ministro Speranza in particolare, ritenuto colpevole di aver commesso diversi errori madornali. Tra le anticipazioni fornite dalla Verità, c’è anche un passaggio che riguarda da vicino le tanto aborrite cure domiciliari. Mentre nelle prime settimane dell’emergenza molti medici si arrangiavano come potevano per aiutare i malati – racconta Ranieri Guerra – «avevo fatto notare ai miei colleghi che mancava anche un’altra sorveglianza: quella domiciliare, riguardante i pazienti che potevano essere gestiti e valutati da casa senza intasare le strutture ospedaliere».
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Le accuse di Ranieri Guerra
In sostanza, ci dice Ranieri Guerra, non solo le cure domiciliari sarebbero possibili, ma avrebbero anche dovuto essere approntate fin dall’inizio: «Questa è un’altra grande occasione persa – prosegue il medico – al di là delle recenti polemiche, purtroppo sempre politicizzate, relative alle terapie domiciliari. La sorveglianza domiciliare sarebbe stata uno strumento cruciale non solo per diminuire il carico sugli ospedali, ma anche per garantire la tempestività degli accessi». D’altra parte, puntualizza Ranieri Guerra a proposito degli anticorpi monoclonali, «per avere un’azione terapeutica efficace, devono essere somministrati nelle prime ore dell’infezione». E che cosa fece il ministero della Salute con a capo Speranza? «All’atto pratico, su questo fronte venne fatto troppo poco: nessuno opponeva resistenza, ma nessuno dava seguito alla proposta». E le cose, si sa, non sono andate per niente bene.
Gabriele Costa
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