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The Northman: belle le rune e belli i vichinghi. Ma resta un Conan che non ce l’ha fatta

by Adolfo Spezzaferro
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the northman

Roma, 2 mag – E’ pieno di rune, fin dal titolo, il film sui vichinghi The Northman in sala in questi giorni: i titoletti dei capitoli sono scritti con le rune, e altre rune sono incise sulla lama di una spada che ricorda Excalibur. Ma Amleth, il protagonista, resta un Conan che non ce l’ha fatta. In tutti i sensi (ma non facciamo spoiler). Certo è che la pellicola si distingue positivamente per una serie di ragioni, a cominciare dalla rappresentazione dei vichinghi, delle tradizioni norrene e di un mondo fatto sì di guerra, saccheggio, violenza e faide. Ma anche di magia, sovrannaturale e dimensione spirituale dell’esistenza. Un film lontano anni luce da certi prodotti che girano sulle piattaforme streaming, che cercano di piegare look e rapporti sociali (sic!) dei vichinghi al gusto e alle mentalità che oggi possono fare tendenza. Già questo vale la visione, consigliata anche per altri pregi indiscussi. Ma andiamo per ordine.

The Northman di Rober Eggers: cinema d’autore al servizio delle saghe norrene

Il regista Robert Eggers, che firma la sceneggiatura a quattro mani con Sjòn, scrittore islandese e paroliere di Bjork (che torna a recitare, nei panni di una veggente), fa film d’autore. Ha un suo marchio di fabbrica, riconoscibile a livello visivo nei colori diurni e nelle luci notturne, per esempio. La fotografia è firmata dallo stesso direttore de The VVitch, il notevole film d’esordio di Eggers. E infatti si vede, sia nelle dominanti cromatiche plumbee degli esterni di giorno che nelle fiamme che spezzano il buio della notte. Anche lo stile narrativo è riconoscibilissimo: Eggers racconta sostanzialmente incubi esteticamente formidabili. Con una sua via estetica a stilemi prettamente horror (che tornano anche qui).

Un cast di tutto rispetto per una trama classica che funziona sempre

Un cinema d’autore al servizio delle saghe norrene, prendendo spunto da quella stessa vicenda da cui ha tratto ispirazione Shakespeare in Amleto. Un figlio deve vendicare l’uccisione del padre e re (Ethan Hawke) per mano del fratello suo zio (un ottimo Claes Bang) e salvare la madre (una cattivissima Nicole Kidman) rapita. Una vita al servizio della vendetta come unico destino del protagonista, erede al trono senza più regno. Ma non tutto va per il verso giusto. Ed è anche un bene, scoprirete perché. Non vogliamo rovinarvi la sorpresa, ma nella vicenda di Amleth (impersonato da un possente Alexander Skarsgard) irrompe una donna (Anya Taylor-Joy, già protagonista di The VVitch) e quindi l’amore. Il vichingo dovrà dunque scegliere se compiere fino in fondo il suo destino.

Una pellicola visivamente molto potente, che pesca da Excalibur e Conan il barbaro

La trama si basa su stilemi archetipici che funzionano sempre. Anche stavolta. Quello che spicca però è quanto spazio viene dato ai riti iniziatici, allo sciamanesimo, alla dimensione spirituale e magica dei vichinghi. Ci sono poi sequenze formidabili dal punto di vista visivo e allegorico, che faranno la gioia di chi ama la tradizione norrena, Odino, le Valchirie e il Valhalla. In tal senso è una gioia per gli occhi (e al contempo un pugno nello stomaco dell’ideologia woke, visto che non ci sono donne nerborute o afrovichingi). Ma chi, come chi vi scrive, segue appassionatamente il cinema e lo “legge” e analizza cercando di essere obiettivo non può non sottolineare che in sostanza è tutto già visto (anche se è reso splendidamente). Per carità – sia chiaro – ben venga un film pieno di onore, coraggio, valore, fedeltà alla famiglia, legami spirituali. Soprattutto per chi – magari i più giovani – non conoscono i due film da cui The Northman pesca di più: Excalibur (1981) e Conan il barbaro (1982). Per chi vi scrive, due titoli imprescindibili e inarrivabili. Eggers se li è visti e rivisti e di certo, a vedere il suo film, gli sono piaciuti molto.

Dosi massicce di simbolismo esteticamente formidabile

Pregio indiscusso è la mano autoriale al servizio di un budget di tutto rispetto, con tanto di bollino blu per la ricostruzione storica, acclamata a livello accademico (ma questo l’avevamo fatto di recente pure noi in Italia con Il primo re, che non cito a caso). Un film dove dopo un’insopportabile sequela di super eroi fumettistici l’eroe è umano, anche se sa trasformarsi in Berserkr per far strage dei nemici. Una vicenda pienamente epica senza Marvel o Dc tra le palle, per intenderci. Più europea che americana, questo è poco ma sicuro. Anche le musiche sono molto curate, per sottolineare la dimensione magica e sacra di sequenze fortemente allegoriche. Ma anche per scandire il tempo della guerra a suon di tamburi. Il simbolismo domina tutta la pellicola, con continui rimandi alla dimensione spirituale degli eventi terreni. L’albero della vita che è il cuore pulsante del padre è un’immagine potentissima, definitiva. Yggdrasil è qui il ponte tra passato e futuro, il legame che fa di un uomo un uomo: le radici, la famiglia.

I difetti? Il protagonista (e troppa poca azione)

Veniamo però ai difetti. Anzi, per chi vi scrive, all’unico difetto. Posto che il film è bello anche e soprattutto perché ci ricorda Excalibur e Conan (vedere per credere), con tutto il rispetto per la ricostruzione filologica e storica, per il rigore stilistico di un perfezionista come Eggers, il protagonista non ci convince abbastanza. Peccato, perché il cast è azzeccatissimo. E a maggior ragione Skarsgard spicca per non essere proprio all’altezza. Si dirà: ma è stato scelto perché mena come un fabbro, anzi uccide come un orso-lupo. E non per essere espressivo. E allora, e qui chiudiamo, dovevano metterci più sequenze d’azione. A ben vedere, in oltre due ore di film, i combattimenti, la violenza estrema e tutto l’armamentario che si rispetti in una storia di vichinghi occupa una parte troppo piccola.

Adolfo Spezzaferro

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3 comments

Manlio Amelio 3 Maggio 2022 - 11:09

Del resto il gallo, nelle antiche tradizioni del Nord Europa, è posto sulla sommità del grande albero di Yggdrasil (albero della vita) che unisce tutti gli aspetti della vita del nord… dal mondo sotterraneo, a quello degli uomini, fino a quello degli Dei…

https://telegra.ph/Il-Boschetto-di-Satana-LAsino-Servitore-e-il-Gallo-Impotente-04-12

« I fenomeni della vita possono essere paragonati ad un sogno, a un fantasma, a una bolla d’aria, alla rugiada scintillante, al bagliore del lampo, e così essi debbono essere contemplati »

https://telegra.ph/LOnnipotente-Matris-Irritata-tra-due-Stati-04-07

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Carlo Ruisi 13 Maggio 2022 - 3:16

Se Conan il barbaro è un film inarrivabile allora non hai mai letto i romanzi di R.E.Howard che sono anni luce più grandi rispetto al film di Schwarzneggher e di De Laurentiis e poi altro che pugno nello stomaco alla cultura woke, ne fa polvere smolecolata di quella ideologia.

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Marco 13 Maggio 2022 - 11:40

Mi dispiace signor Adolfo, ma questo è un film che già dal trailer mi aveva stregato…che mi ha fatto urlare skal insieme ai protagonisti e battere il pugno sul petto al rullo dei tamburi di guerra. Il tempo gli darà ragione secondo me e se così non fosse resterà un film d’autore per pochi. Capisco che molti colleghi l’abbiano stroncato sul nascere ma proprio per chi ha ben presente altri film o serie tv che trattano certi argomenti, questo è un film diverso…che merita di essere visto da chi maneggia rune e beve birra ringraziando gli dei, sicuramente poteva avere cose in più ma è veramente bello. E come si suol dire “degustibus not disputandum est”

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