Roma, 30 nov – Lombardia, terra di derby. Il più famoso, per ovvi motivi, è quello di Milano. Questione di storia, trofei e peso specifico. Ma non può esserci grande calcio senza provincia e non si può vivere solamente della piuttosto borghese – va detto – stracittadina meneghina. Anche perché, con cinque realtà, la regione più popolata d’Italia è anche quella maggiormente rappresentata nel campionato di Serie A. C’è l’Atalanta, è vero. Tuttavia la rivale per antonomasia della Dea è una Leonessa: quella del Brescia, una cinquantina di chilometri a sud-est, al di là del lago di Iseo. Milita però in Serie B. Ecco che, in questo contesto, Como-Monza si prende la scena. Almeno per oggi.
Una lunga rivalità
Le due squadre si affronteranno infatti nel pomeriggio. Confronto numero novantanove, primo in Serie A. Un lungo racconto il cui capitolo iniziale risale addirittura agli anni ‘20 del secolo scorso. Oltre che per questioni territoriali la rivalità nasce – molto spesso, anche in questo caso – proprio in particolari scontri diretti.
Eccoci quindi nella seconda metà degli anni ‘60. Stagione 1966/67, campionato di C, girone A. Lariani e brianzoli, staccando in classifica Treviso e Udinese, si giocano il primato della classifica. Ovvero la promozione in cadetteria. Il Monza ha il miglior attacco e la difesa meno perforata, ma il Como riesce comunque ad appaiare i cugini in testa alla graduatoria. Cinquanta punti per uno e tutto rimandato allo spareggio del 4 giugno. Si gioca in quel di Bergamo davanti a ventimila spettatori: i biancorossi, allenati da un Gigi Radice alle prime armi, superano meritatamente (così riportano le cronache dell’epoca, Gazzetta dello Sport inclusa) la compagine azzurra.
Un rigore contestato
Ancora alta classifica, tredici primavere più tardi. Questa volta siamo però in Serie B: trentesima giornata e una serratissima lotta promozione tra Como, Monza, Brescia, Cesena e Pistoiese. Il 13 aprile 1980 in Brianza c’è una fetta di Serie A in palio. Gli ospiti passano intorno al ventesimo, dovendo però subire il ritorno dei padroni di casa. All’ora di gioco, grazie alla doppietta di un giovanissimo Daniele Massaro, il risultato si fissa sul 3-1. Ma Vierchowod e soci accorciano e – proprio allo scadere – pareggiano grazie a un contestatissimo rigore. Sempre la rosea parlerà di “dopopartita comprensibilmente acceso”, “spogliatoi bollenti” e del taxi su cui viaggiava l’arbitro verso la stazione colpito da pietre e sassi. Como spiccherà così il volo verso la massima serie, Monza cederà al contrario il passo a toscani e rondinelle.
Como-Monza, sfida salvezza
Il “debutto” in Serie A di questo particolare derby avverrà quindi tra poche ora al Giuseppe Sinigaglia. Uno stadio, per chi non lo sapesse, del tutto singolare: struttura vista lago, porta il nome del forte canottiere caduto (da volontario) in combattimento nel 1916. Fu decorato con la medaglia d’argento al valore militare: l’impianto eretto per volere di Mussolini in persona fu uno dei primi esempi di architettura razionalista italiana.
I lariani non fanno bottino pieno da fine settembre, i ragazzi di Nesta hanno finora festeggiato solamente una volta. Como-Monza, ovvero vincere per risalire terreno: terzultima contro penultima cercano punti che facciano morale e – soprattutto – classifica.
Marco Battistini