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L’ultima beffa di Igor, il killer fantasma. Avrebbe raggiunto la Spagna in bicicletta

by admin
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Saragozza, 16 feb – Igor il russo, cioè Norbert Feher, il serbo che è accusato di aver ucciso ad aprile 2017 almeno due uomini in Italia, Davide Fabbri e Valerio Verri, tra Budio e Portomaggiore, ha dichiarato di essere fuggito dall’Italia in bicicletta, alla volta della Spagna. Di lui si era persa ogni traccia, fino al 14 dicembre scorso, quando Igor venne arrestato in seguito a una sparatoria con la Guardia Civil.
Mentre nelle campagne del ferrarese per tre mesi i reparti speciali italiani, coadiuvati da un incredibile spiegamento di uomini e mezzi lo cercavano tra acquitrini e paludi, quindi il killer fantasma pedalava. Lo ha rivelato lo stesso Igor ai magistrati di Alcaniz a dicembre, quando fu interrogato dopo il suo arresto. Oggi il killer è detenuto nel carcere di Saragozza dove vive come un eremita, leggendo la Bibbia e saltando l’ora d’aria.
Secondo i media spagnoli, che hanno riportato la notizia della bicicletta, il serbo avrebbe anche dichiarato di aver usato 23 identità diverse nel corso della sua latitanza e che, lasciata l’Italia, avrebbe lavorato nella raccolta della frutta a Lerida. In Spagna Igor ci sarebbe arrivato il 21 settembre e avrebbe vissuto nei dintorni di Valencia fino a fine novembre, quando si trasferì nella zona di Teurel, teatro della sparatoria che ha condotto al suo arresto. Nelle sue intenzioni, dopo gli omicidi dei due agenti della Guardia Civil e di due allevatori, c’era quella di tornare a Valencia, dove aveva alcune conoscenze che avrebbero potuto coprirlo.
Nei giorni scorsi è circolata anche l’ipotesi di legami tra Igor e l’Isis. Questo perché il killer avrebbe avuto contatti con un gruppo di magrebini che risultavano sotto inchiesta da parte dell’autorità spagnole. Persone che favorivano l’ingresso in Europa di spacciatori e presunti terroristi, grazie a documenti e passaporti falsi.
Ma secondo i giornali spagnoli tra le conoscenze valenciane di Igor, ci sarebbe anche un italiano, un suo vecchio compagno di cella, identificato il 4 luglio a Manises. Fu proprio a causa di questo legame che la polizia iniziò a sospettare che il latitante fosse in Spagna e appese una sua foto nella propria bacheca.
Anna Pedri

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Raffo 17 Febbraio 2018 - 11:44

Una pagina triste e vergognosa per la marmaglia piddina che ci tiene sotto una schifosa dittatura che ci perseguita e ci umilia………un bastardo infame e assassino,sfuggito alle nostre forze dell’ordine in più occasioni,”protetto” da leggi razziste anti-italiane che consentono ai criminali di essere armati e impuniti,mentre se un onesto italiano vuole una arma e spara per difendere i suoi cari viene messo sotto processo e rischia la galera……..un paese e uno stato infame che offende i propri cittadini e lascia quasi impuniti i delinquenti……..ma per un comunista quanto vale la vita di un italiano……..zero o meno di zero.

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