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Approvato il disegno di legge sull’IA: siamo veramente di fronte ad una “via italiana”?

by Andrea Grieco
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IA

Roma, 24 apr – In seguito alle prime voci su di una possibile strategia nazionale per l’intelligenza artificiale proferite negli ultimi mesi dal premier Giorgia Meloni, è arrivato il disegno di legge del governo relativo all’IA. Il testo, approvato dal Consiglio dei ministri, ha il merito di porre l’attenzione sul difficile processo di regolamentazione e controllo delle svariate potenzialità e applicazioni di questa tecnologia, la quale ha ancora molti aspetti tutti da scoprire.

Il nuovo documento del governo sull’IA

A fronte degli illimitati utilizzi dell’IA, dalla salute all’informazione passando per la cultura, la sicurezza personale e la difesa nazionale, questo nuovo documento cerca di fissare dei paletti all’interno dei quali si pensa di indirizzare l’enorme potenziale di questi sistemi. Punti principali di questo dl sono la repressione di tutti i possibili “danni ingiusti” causati dall’IA (reclusione da uno a cinque anni) e lo stanziamento di un miliardo di euro in tre anni per lo sviluppo del settore e il sostegno di almeno una azienda capace di assumere una posizione di rilievo a livello nazionale e, possibilmente, europeo. Precondizione essenziale, come sottolineato dal governo, è l’assicurazione della cybersicurezza. Il comitato scelto per definire i dettagli del disegno di legge ha specificato come i sistemi e i modelli di intelligenza artificiale devono essere sviluppati e applicati nel rispetto dell’autonomia e del potere decisionale dell’uomo e non dovranno pregiudicare lo svolgimento con metodo democratico della vita istituzionale e politica.

Non si può restare sulla porta della storia

Un colpo al cerchio e uno alla botte. Sicuramente questo documento ha il merito di porre una “via italiana” all’IA, promuovendo una politica industriale in tema di intelligenza artificiale, e diradare quella nube di miopia che si trova ancora davanti agli occhi di molti. D’altra parte, qualunque tentativo di regolamentare attraverso norme o autorità di vigilanza (chi controlla i controllori?) in rispetto di quei “valori occidentali e democratici” nei quali siamo immersi può far tremare in molti. Lo scenario che ci attende è ancora avvolto nel mistero e nell’attesa. L’unica certezza è che l’Italia non può restare alla porta in quella che si prospetta essere la più grande rivoluzione del nostro tempo.

Andrea Grieco

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