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Putin punta sull’atomo: la Russia cavalca il nucleare

by Francesco Meneguzzo
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Putin insieme l presidente egiziano Al-Sisi nell’ultimo incontro al Cairo

Mosca, 2 apr – Dietro le quinte delle grandi manovre territoriali – Crimea, Ucraina, Georgia – dei mega-contratti commerciali con la Cina e la Turchia (gas) e i clamorosi sviluppi finanziari (adesione della Russia alla banca asiatica per le infrastrutture e gli investimenti a guida cinese, prossima costituzione della banca dei Brics), il soft power del Cremlino si sviluppa sui piani interconnessi dello sviluppo dell’energia nucleare civile e del contributo finanziario alla realizzazione delle relative costose infrastrutture.

Col corollario molto gradito non solo a Mosca dell’impulso alla de-dollarizzazione del mondo: tutti gli ultimi grandi sviluppi commerciali e finanziari incentrati su Cina e Russia prevedono l’impiego di panieri di valute nazionali, prime tra tutto proprio le divise cinese e russa.

Promozione della tecnologia e del know-how nucleare russo, quindi: da alcuni anni, la Russia è di gran lunga il paese più impegnato nel promuovere l’atomo in giro per il mondo, anche in paesi finora estranei all’atomo civile. Solo negli ultimi due mesi, la Russia ha promesso aiuto ad almeno due paesi del Medio Oriente per costruire la loro prima centrale nucleare.

Il 24 marzo è stato firmato un accordo da 10 miliardi di dollari con la Giordania che apre la strada al primo impianto del paese. Con l’aiuto dell’agenzia di stato russa Rosatom, il paese mediorientale dovrebbe costruire una centrale con due reattori ad Amra, nel nord del paese, che entrerà in funzione a partire dal 2022. La Russia contribuirà per il 49 per cento circa ai costi di costruzione.

Nel febbraio scorso, nel corso di una visita di stato al Cairo, Putin ha sostenuto in conferenza stampa che la Russia aiuterà l’Egitto a costruire una centrale nucleare – come per la Giordania, la prima del paese – fornendo tecnologia e formazione per il personale.

Ma la diplomazia dell’atomo di Putin incontra anche qualche difficoltà. Nel caso dell’Argentina, a luglio del 2014 Putin ha approfittato di una visita a Buenos Aires per firmare un accordo preliminare di cooperazione nucleare, in un paese che vede già operativi tre reattori). Rosatom, ha detto il ministro dell’Energia russo Alexander Novak, fornirà “condizioni finanziarie confortevoli” per l’eventuale costruzione di due nuovi reattori.

Tuttavia, è emerso anche che il tipo di reattori che può fornire la Russia sono molto diversi dai tre attualmente in funzione in Argentina, e richiederanno quindi la formazione da zero di nuovo personale oltre che nuovi protocolli in diversi ambiti, tra cui quello della sicurezza, anche se Rosatom sostiene che i suoi reattori siano i più sicuri del mondo. In effetti, a parte l’incidente di Chernobyl che derivò da un clamoroso errore umano, non si ha notizia di incidenti rilevanti a carico di reattori nucleari di costruzione russa.

Un altro paese in cui è stato firmato un accordo preliminare nel corso del 2014 è stato il Sudafrica, che attualmente ha due reattori in attività. In questo caso, come scrive il Mail & Guardian, settimanale sudafricano, si tratta di un accordo che apre la strada a “contrattazioni a livello governativo, in termini pesantemente favorevoli alla Russia”, che dovrebbe costruire e operare il reattore vendendo poi l’elettricità a un prezzo stabilito, che è una prassi abbastanza comune nei grandi progetti energetici, tanto da essere regolarmente applicata perfino per molti grandi impianti solari fotovoltaici. Tuttavia, lo stesso giornale sottolinea che i particolari finanziari dell’operazione sono ancora molto vaghi e che in altri paesi i progetti sponsorizzati dalla Russia sono andati incontro a ritardi e rinvii.

In Europa, è l’Ungheria di Viktor Orbán il paese oggi più “amichevole” nei confronti della Russia e, come abbiamo già illustrato su queste colonne, ha concluso con Mosca un accordo per la modernizzazione dell’unica centrale nucleare del paese, che prevede anche un desideratissimo finanziamento da parte russa.

La stessa Bielorussia, vicino e alleato del Cremlino, ha cominciato nel 2013 la costruzione della sua prima centrale con capitali forniti al 90 per cento da Mosca, tra le proteste della Lituania, dal momento che la centrale si trova a soli 50 chilometri da Vilnius.

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Centrali nucleari in progetto e in costruzione nel mondo

C’è anche da sottolineare, però, che progetti nucleari concordati nel 2010 con la Turchia, il Bangladesh e il Vietnam hanno subito ampi ritardi e forse solo quest’anno vedranno l’avvio concreto.

Nel Rapporto sullo stato dell’industria nucleare mondiale del 2014 si legge che “la Russia sembra voler operare in mercati in cui nessun altro paese esportatore di tecnologia nucleare sarebbe in grado e offrire condizioni come partecipazioni finanziarie e di capitale che gli altri fornitori non possono eguagliare. Nonostante il grande numero teorico di potenziali mercati, la Russia ha reattori in costruzione solo in Russia, Cina e, a uno stadio iniziale, Bielorussia. Ci sono domande senza risposta su quanti reattori la Russia ha la capacità produttiva per consegnare, quanti finanziamenti sono disponibili, in particolare per i mercati molto rischiosi, e se il suo nuovo design soddisferebbe un’esperta autorità di regolazione in Europa”.

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Tendenza storica della generazione di elettricità nucleare non mondo: dopo il picco del 2006, è scesa fino al livello del 1998

Una delle incertezze, al di là delle questioni ambientali e di sicurezza, che sembrano passare in secondo piano a ormai oltre quattro anni da Fukushima, è quella della garanzia sull’approvvigionamento di materiale fissile per tutta la vita prevista delle centrali in progetto. Sebbene non siano note informazioni su questo aspetto, è presumibile che esso rappresenti una questione sensibile nelle trattative commerciali bilaterali sulla materia.

Che il settore dell’energia nucleare per scopi civili non goda di ottima salute lo dimostra del resto la curva discendente della produzione di elettricità dall’atomo, come riportato dall’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) nel suo rapporto sullo stato dell’energia nel 2014, e disponibile nella figura a fianco.

Solo il tempo potrà dire se Putin riuscirà non soltanto a estendere per via energetica e finanziaria l’influenza della Russia nel mondo, ma anche a invertire un trend non proprio brillante di questa importante fonte di elettricità.

Francesco Meneguzzo

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