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“A 30 km all’ora si salvano vite”. Aboliamo le automobili, così non ci saranno incidenti?

by Alberto Celletti
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30 km limite automobili

Roma, 5 feb – “A 30 km all’ora si salvano le vite”. Così commentano molti media circa il limite di velocità imposto a Bologna su larga scala, proponendo addirittura delle analisi per mettere in evidenza l’incredibile scoperta e difendendo, in tal modo, il provvedimento tanto discusso.

Limite di 30 km all’ora, lo “studio” della Gabanelli: “Ecco come salva vite”

La complichite è una brutta malattia. Generata spesso da una buona dose di narcisismo. Trattasi, in parole povere, di compicare inutilmente questioni che sono semplicissime e perfino banali, spesso allo scopo triste di sembrare più intelligenti. Non sappiamo se sia il caso di Milena Gabanelli, ovviamente. Che però di sicuro ne é affetta. È necessario uno studio per certificare che senza uscire per strada – per fare un esempio stupido – diventa impossibile essere investiti da un’automobile? Ovviamente no, ma per il giornalismo di massa nostrano evidentemente è necessario mettere i numeri su carta nell’infinito mito del cosiddetto “Capitan Ovvio”. E allora cosa scopre, la Gabanelli? Che andando più piano con l’automobile ci sono meno incidenti. Voi lettori non ci sareste mai arrivati. Illuminati dallo spirito libero della giornalista, ora, potete rendervene conto. E magari potete rendervi conto che abolendo l’alpinismo – per fare un esempio – si potrebbero azzerare le possibilità di incidenti sulle montagne, oppure che eliminando dalla storia sportiva la Formula Uno potrebbero calare addirittura a zero i morti in gara, addirittura per sempre, pensate un po’. E chissà, come ha fatto presente anche Daniele Scalea oggi sui social, si potrebbe perfino mettere il limite a 20, oppure a 10, oppure, perché no, abolire direttamente le automobili, così gli incidenti non ci sarebbero e le morti salvate dalle automobili (sic!) non solo si ridurrebbero, ma si azzererebbero proprio. Una scoperta sensazionale!

L’ideologia folle del “rischio zero”

Lo abbiamo già visto nei due nefasti anni del Covid con la follia del “contagio zero”. Non importava quanto le percentuali fossero risibili, non importava chi riguardassero, tutti dovevano adeguarsi. Un 1% di casi gravi non poteva essere accettato perché non poteva essercene nessuno. Non possiamo rischiare nulla perché non possiamo vivere. E in effetti, non vivendo è possibile azzerare i rischi di qualsiasi cosa. Escluso ciò che riguarda la mortalità naturale: perché quella, caro universo liberal, non è possibile eluderla. Nonostante la vostra propensione filosofica francamente imbarazzante.

Alberto Celletti

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