Roma, 20 mar – Le ronde anti-borseggiatrici sono l’ultimo segnale di una società stremata e stanca dei continui furti e soprusi. Avviene a Milano, ma potrebbe essere qualsiasi grossa città italiana, sebbene il capoluogo lombardo detenga dei ben poco invidiabili “record” sotto questo profilo. Che la tensione sia ormai massima lo raccontano anche storie ben poco decorose che emergono dall’universo dei “lavoratori degli scippi” come quello della nomade Anna la quale, pochi giorni fa, aveva apertamente confessato di guadagnare anche mille euro al giorno grazie ai furti in metro.
Ronde anti-borseggiatrici, l’ultima e disperata trovata
Il presidente del comitato sicurezza per Milano Mattia Pezzoni racconta della trovata che farà discutere certamente i soliti noti ma che non può essere ignorata nelle sue profonde cause sociali: le “ronde anti-borseggiatrici”. Lo fa nel corso della trasmissione Zona Bianca, su Rete 4, senza girarci troppo intorno: “Ho visto che nessuno interveniva, le forze dell’ordine avevano le mani legate e ho deciso di mettermi in prima linea a segnalare queste persone che rubano tutti i giorni”.Pezzoni “avvisa” usando vari strumenti, soprattutto quello dei social, dai video agli avvisi, qualsiasi cosa fa brodo per combattere i furti che avvengono quotidianamente sui mezzi pubblici del capoluogo lombardo.
Il racconto di una pendolare incinta
Se le testimonianze delle borseggiatrici “di professione” lasciano sbigottiti, profondo rammarico provocano quelle delle vittime o di chi, con molto impegno, riesce a sventare i furti. Così fa una pendolare incinta, che racconta come è sfuggita al tentativo di borseggio: “Ho girato la borsa al contrario e gli anelli, non mi fido”, dice la donna, favorevole senza mezzi termini all’iniziativa delle ronde anti-borseggiatrici, anticipando anche le future polemiche. “Pensare che questi video siano una violazione della privacy delle persone lo trovo ridicolo”, aggiunge. Rappresentando con poche parole quella che attualmente è, a tutti gli effetti, un’esasperazione sociale.
Alberto Celletti
1 commento
Il problema primario sono gli scippi “semplici” e non i propri figli che finiscono per drogarsi per sopportare una città metropolitana malsana e senza uscite ?! Ai figli dei “milanesi”, da decenni, stanno scippando ben altro.