Roma, 22 ago – In Italia la cittadinanza non è certo una merce preziosa. Beninteso che le ragioni per richiederla in modo così ossessivo non ci siano: uno straniero può fare praticamente tutto nel nostro Paese a parte votare, di conseguenza non si comprende un’insistenza così pervicace da parte della cultura dominante. Anzi, si comprende, ma tralasciamo questo aspetto…concentriamoci sugli ultimi dati relativi alla concessione dei documenti di cittadinanza italiana, riportati dal Giornale.
Italia, è record di cittadinanza concessa agli stranieri: quasi nessuno in Europa come noi
La tendenza è relativa ad anni e anni. A marzo l’ultimo aggiornamento già ci vedeva padroni della scena immigrazionista “col passaporto”. Come i dati precedenti. Gli ultimi confermano il trend: nel 2023 poco meno di 200mila cittadinanze concesse, sulla falsariga del 2022 e molto peggio del 2021 (quando ne erano state elargite 121mila). Peggio di noi fa solo la Spagna, che l’anno scorso ne ha concesse oltre 240mila.
Abbiamo già il nostro ius soli
Il nostro è uno “ius soli temperato”, come accennavamo ieri commentando le parole del ministro Antonio Tajani. Praticamente qualunque straniero sia nato sul suolo italiano può chiedere di diventare cittadino. Semplicemente, deve aspettare il diciottesimo anno di età e richiedere di essre riconosciuto come tale. La questione, dunque, non è sostanziale, ma meramente simbolica. Ed è un simbolismo importante, perché traccia la differenza tra la voglia di sopravvivere e quella di morire, oppure di essere indifferenti a sé stessi, alle proprie radici e alla propria storia (il che, in effetti, è la stessa cosa di voler perire).