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Anche Saviano attacca la Totolo: "E' al soldo di CasaPound"

by Davide Di Stefano
9 comments

Roma, 25 lug – Se finisci al centro degli attacchi di personaggi come Roberto Saviano e Andrea Palladino (giornalista “al soldo” di Debenedetti autore di inchieste roboanti come quella sui finanziamenti di CasaPound attraverso le carbonare), vuol dire che probabilmente hai colpito nel segno. E’ il caso di Francesca Totolo, blogger e collaboratrice de Il Primato Nazionale finita al centro degli attacchi dopo le sue inchieste sulle Ong. L’ultimo in ordine di tempo è giunto poche ore fa a firma di Roberto Saviano, che su Twitter rilancia l’articolo uscito oggi sulla Stampa e scrive: “”Per la conoscenza della terminologie marittime ho fatto vela e windsurf”. Ecco le esperienze in mare di , creatrice di fake news contro le Ong (al soldo di Casapound) e della infamia sullo smalto di Josefa. Smascheriamo i trafficanti di bufale. Ottimo lavoro!”.
Saviano utilizza un vecchio trucchetto: invece di entrare nel merito delle idee e dei fatti riportati dalla Totolo, prova a screditarla sul personale. Eppure l’autore di Gomorra condannato in Cassazione per aver copiato alcuni articoli dovrebbe stare attento a questo giochetto, così come quando parla di “trafficanti di bufale” dovrebbe ripensare alla sua campagna contro gli attacchi chimici in Siria, derubricati a fake news dall’Opac poche settimane fa. Entrando nel merito della questione, Saviano rilancia i due attacchi sostanziali condotti questa mattina dal prode Palladino su La Stampa: l’accusa di aver creato la “fake news” dello smalto della naufraga Josefa e di essere “al soldo di CasaPound” (e per vie traverse anche di Putin date le dichiarazioni rilasciate a Sputnik News). Per la seconda accusa basta dire che ricevere un compenso per la scrittura di articoli non è ancora un reato, anzi, e che il fatto di farlo per un quotidiano sovranista non ti trasforma automaticamente in un agente segreto del Cremlino. Così come per Palladino il solo fatto di essere “al soldo di Debenedetti” (parafrasando Saviano) non comporta automaticamente di essere un agente della Open Society di Soros.
Per la questione delle unghie di Josefa tutto nasce da questo articolo incriminato (che Saviano non avrà mai letto). Qui si trova forse la spiegazione del duro attacco della Stampa. Francesca Totolo aveva spiegato come il quotidiano di Debenedetti, per avallare la versione della Ong Open Arms che accusava la Guardia Costiera libica di aver abbandonato alla deriva Josefa e altri due corpi, avesse intervistato un sedicente colonnello libico di nome Tofag Scare. La cui esistenza è stata smentita a stretto giro dal portavoce della Guardia Costiera libica. Non si smascherano le fake news dei quotidiani di Debendetti, non si fa, altrimenti ti sguinzagliano l’Andrea Palladino di turno e te la fanno pagare. Ma la colpa della Totolo è soprattutto quella di essersi posta l’interrogativo del perché una naufraga attaccata ad un relitto da 48 ore e in grave stato di ipotermia avesse alle unghie un perfetto smalto rosso. Domanda più che legittima alla quale la Open Arms ha fornito la spiegazione (che resta bizzarra) dello smalto messo a salvataggio eseguito per “tranquillizzare Josefa”.
Altre stranezze riscontrate dalla Totolo erano state l’assenza di scottature per una persona esposta al cocente sole di luglio per tutto quel tempo e la difficoltà nel sopravvivere per ben 48 ore in quelle condizioni. Questioni legittime che ponevano l’interrogativo sulla ricostruzione della Open Arms, ma non avevano l’intento di far credere che fosse tutta una montatura. L’attacco grossolano di oggi condotto contro la Totolo, dove non vengono menzionate le decine di inchieste da lei realizzate su finanziamenti “particolari” alle Ong, strani legami politici e condotte a dir poco al limite delle imbarcazioni, ma che pone la questione esclusivamente sulle sue competenze e “legami” senza entrare nel merito dei fatti, dimostra che la direzione intrapresa è quella giusta.
Davide Di Stefano

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9 comments

luis r. 25 Luglio 2018 - 2:38

che eroe: lui può dire tutto di tutti, insultare chiunque salvo poi fare la vittima e frignare alla prima querela…

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rino 25 Luglio 2018 - 3:11

Ma ad oggi questo imbecille non doveva trovarsi in Nigeria come RIFUGIATO POLITICO?
Ancora blatera??

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Flavio 25 Luglio 2018 - 5:18

Bastardo ignorante quando finalmente qualcuno non gli spacca la testa per vedere quante ragnatele ha dentro? Vattene in Africa bastardo.

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Giuliano B. 25 Luglio 2018 - 9:24

Io non voglio pagare la scorta a Saviano!
Se tutti domani pubblicano sui Social frequentanti questa frase, forse ci togliamo una soddisfazione

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Fabio Baldinetti 25 Luglio 2018 - 10:52

Se Roberto Saviano avesse realmente a cuore la sorta dei profughi, dovrebbe ospitarne almeno un paio in casa propria e farne ospitare tanti altri presso i propri amici e parenti…in tal caso metterebbe in pratica le proprie parole, renderebbe felici i profughi e otterrebbe la credibilità di tutti

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coerente 25 Luglio 2018 - 10:55

Se Roberto Saviano avesse realmente a cuore la sorta dei profughi, dovrebbe ospitarne almeno un paio in casa propria e farne ospitare tanti altri presso i propri amici e parenti…in tal caso metterebbe in pratica le proprie parole, renderebbe felici i profughi e otterrebbe la credibilità di tutti

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Lorenzo ramon 26 Luglio 2018 - 1:49

Giusto a napoli poteva succedere………

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Parola d'ordine: screditare chi dissente Francesca Totolo nel mirino per le ricerche su Ong e trafficanti - Diplomazia Italiana 26 Luglio 2018 - 5:52

[…] Una recente intervista a Francesca Totolo, ricercatrice – oggi messa all’indice dal quotidiano La Stampa per via delle sue numerose inchieste su immigrazione clandestina e ruolo Ong – riveste particolare interesse in quanto permette di mettere a fuoco alcuni dati.Il primo è il sistematico tentativo dell’establishment politico, culturale e mediatico di screditare le voci dissenzienti rispetto alla narrazione globalista e immigrazionista. Fra gli osservatori dei fenomeni migratori internazionali, la Totolo gode della fama di ricercatrice indipendente e rigorosa nell’accertare i fatti e controllare le fonti. Tuttavia, poiché con le sue inchieste ha portato alla luce il ruolo controverso delle Ong, la Totolo viene ora messa all’indice come produttrice di fake news. Presentata come influencer, neanche la sua attività fosse di promuovere calzature e borsette di lusso. Il solito vecchio trucco: poiché non si può screditare il lavoro della Totolo, serve delegittimare la persona. D’altronde, viene da pensare che se la nomenklatura “open border” ordina a pesi massimi come il demofobo Saviano di scendere in campo per aggredire la Totolo, vuol dire che le sue inchieste hanno colpito nel segno. […]

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Stefania Giro 26 Luglio 2018 - 6:43

Mi viene da piangere!

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