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"Balotelli, sei una battaglia persa". Parola di Steven Gerrard

by Giuliano Lebelli
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balotelliRoma, 15 set – Il calcio inglese ha da sempre fatto dell’agonismo, dell’impegno, della voglia di lottare e combattere il proprio tratto distintivo, anche prima che arrivassero i denari infiniti di americani, russi e arabi a fare della Premier League un campionato da favola.
Immaginiamo la sorpresa, quindi, quando al Liverpool si videro arrivare un ragazzone appena acquistato che al primo allenamento disse di non saper marcare sui calci d’angolo avversari.
A raccontare l’aneddoto è l’ex capitano dei Reds, Steven Gerrard, nella sua biografia My story. Se il vero eroe negativo del libro sembra essere il senegalese El Hadji Diouf, descritto come indolente e irrispettoso, c’è anche un altro giocatore a cui il campione inglese non risparmia critiche, ed è proprio quell’attaccante che non riusciva a marcare sui calci d’angolo avversari, ovvero Mario Balotelli.
“Ad ogni nuovo giocatore che è arrivato al Liverpool negli anni in cui ho giocato – spiega Gerrard nel libro – ho sempre dato fiducia, senza avere pregiudizi. Con Mario ho fatto del mio meglio per essere di mentalità aperta, fino a quando in uno dei suoi primi allenamenti, mentre provavamo la difesa sui corner, disse: ‘Io non marco sui calci d’angolo. Non ci riesco’. Ho pensato: ‘Che cosa sei? Sei alto, uno degli uomini più forti che abbia mai visto su un campo di calcio e non riesci a marcare sui calci d’angolo?’. Rodgers fu molto rigido: ‘Bene, ora ci riesci. E se non ci riesci, allora imparerai’. Quello fu il primo screzio, ma da quel momento Mario cominciò a marcare sugli angoli”.
Nelle parole dello storico capitano del Liverpool, l’avventura di Balotelli coi Reds è stata contrassegnata da un lento venir meno delle motivazioni e dell’impegno: “Mario ha debuttato contro il Tottenham il 31 agosto 2014 e abbiamo vinto 3-0. Non ha giocato in modo eccezionale, ma ha lavorato duramente in fase difensiva. Sembrava parte integrante della squadra. Poi, però, ci fu l’infortunio di Sturridge. Capii subito che la scommessa di Rodgers era in pericolo: Balotelli avrebbe dovuto giocare da unica punta e lui non ci metteva abbastanza impegno negli allenamenti per interpretare quel ruolo”.
Da lì la deriva: “Tutto divenne più difficile. A Basilea, in Champions, capii che era senza speranze. L’intensità nei suoi allenamenti era calata. Il suo comportamento peggiorato. Non c’erano frizioni tra di noi, anzi. Ho provato ad aiutarlo e a lodarlo pubblicamente, ma alla fine ho capito che Mourinho aveva ragione: è ingestibile. Ha il potenziale per diventare uno dei migliori al mondo, ma non ce la farà mai per colpa della sua mentalità e anche delle persone che ruotano attorno a lui. È un ritardatario, vuole sempre attenzioni, dice cose sbagliate sui social media, non lavora abbastanza durante gli allenamenti. Insomma, Balotelli è una battaglia persa”.
Giuliano Lebelli

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1 commento

nota1488 15 Settembre 2015 - 1:04

Cattivo Gerrard, ma tranquilli, ci penseranno i media politicizzati italiani a incensare di nuovo “supermario” in modo da imporlo alla nazionale italiana e mandare a rotoli il campionato europeo.

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