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Rosiers: “Così il mio Belgio è diventato la culla del terrorismo islamico”

by La Redazione
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12182678_10207922885167031_4073185696060080360_oBruxelles, 22 mar – Una serie di attentati rivendicati dall’Isis stanno scuotendo il Belgio. A Bruxelles interi quartieri sono ormai totalmente controllati dagli estremisti islamici, come dimostra la “rivolta popolare” (islamica) avvenuta a Molenbeek dopo l’arresto di Salah Abdeslam. Per capire meglio la situazione della nazione che ospita le istituzioni europee abbiamo intervistato Ruben Rosiers, volontario belga della onlus Solidarité Identité, sempre in prima linea nelle battaglie in sostegno della Siria di Assad e contro il terrorismo islamico, oltre che in difesa dell’identità europea.

Qual è la situazione ora in Belgio? La gente ha paura di nuovi attentati?

Qui è il caos totale. Hanno chiuso stazioni, università, metro: tutto bloccato. Esercito in strada, feriti e morti trasferiti in quindici ospedali e frontiere chiuse. C’è molta paura per nuovi attentati, per alcune settimane il Belgio vivrà nel terrore. C’è Polizia dappertutto e sono quasi tutti rinchiusi dentro casa.

Pensi che l’intelligence del tuo paese non sia stata in grado di controllare la situazione?

Mi viene da ridere. Fino ad oggi la polizia politica non ha fatto nulla nei confronti dei terroristi tornati della Siria. Oltre seicento terroristi con passaporti del Belgio sono in Siria e in Iraq e circa centocinquanta sono tornati. Sono tutti liberi, tutti in strada. La politica non si muove perché tutti hanno paura di essere etichettati come ‘razzisti’. La Polizia non ha nemmeno le risorse finanziarie adeguate per svolgere il proprio lavoro. Non è quindi una sorpresa che nel sistema di sicurezza ci siano delle falle.

Qual è la situazione dell’immigrazione in Belgio e in particolare di Bruxelles? Quartieri come Molenbeek sono ormai zone “off limits” sotto il totale controllo degli islamici?

A Bruxelles abbiamo quartieri dove agli europei di fatto non è permesso entrare, composti al 95% d’immigrati. Ci sono molte moschee dove predicano gli imam salafiti. Se vuoi comprare un Ak 47 a Bruxelles lo trovi abbastanza facilmente e costa 300-500 euro. Dopo che la polizia ha fermato Salah Abdeslam, duecento ‘giovani’ hanno aggredito gli agenti con bottiglie e pietre. Basti pensare che il capo della polizia a Raqqa ha un passaporto Belga ed è nato ad Anversa. Questi sono i risultati dell’integrazione.

Cosa dovrebbero fare i governi europei per contrastare il terrorismo?

Dovrebbero smetterla di sostenere i finti ribelli, di fatto terroristi islamici, in Siria e in Libia, creando il caos più totale nel Vicino Oriente. Bisogna assolutamente sostenere l’esercito siriano fedele ad Assad. Controllare davvero i confini e utilizzare la ‘ruspa’ nei quartieri pro-Isis a Bruxelles, Amsterdam, Londra. Non è possibile tollerare i terroristi in Europa e soprattutto non è razzismo difendere il proprio popolo.

Tu sei un attivista di Solid e ti sei sempre battuto in difesa della Siria. L’aggressione al legittimo governo di Assad e il sostegno alle fazioni islamiste, ha un collegamento con gli attentati che avvengono in Europa?

Asolutamente sì, al cento per cento. Non solo la Siria anche la Libia. Nell 2011 dissi che la situazione in Siria si sarebbe rivelata un ‘boomerang’ per l’Europa, lo stesso Assad mise in guardia i governi occidentali sul rischio che sostenendo i terroristi in Siria presto se li sarebbero ritrovati in Europa. Il risultato di quelle politiche lo stiamo vivendo oggi. Non si puo giocare con il terrorismo. A livello internazionale non si è fatto nulla contro l’Isis e contro le altre fazioni islamiste, perché per le classi dirigenti occidentali erano ‘alleati’ utili per arrivare all ‘regime change’ in Siria e deporre Assad.  Adesso siamo arrivati al punto che Bruxelles, capitale europea, è più pericolosa di città siriane come Tartus, Latakia o Damasco. Se i nostri governi vogliono portare la guerra in Europa sono sulla strada giusta.

A cura di Davide Di Stefano

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2 comments

Alfredo 22 Marzo 2016 - 2:36

Questo è il punto sulla situazione reale del Belgio, non solo di oggi ma anche di quello che è successo da anni a questa parte. Il ritardo accumulato nel fronteggiare non solo il terrorismo, ma tutta una serie di invasioni allogene, ci porterà a soccombere. Chissà se i burocrati europei hanno sentito l’odore di morte a pochi passi dai loro palazzi; cosa intenderanno fare ?

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Anonimo 22 Marzo 2016 - 4:12

Sono pochi ormai in Belgio , ci sono più Buracrati ed assistenti che cittadini , a loro non succede nulla , al limite aumentaranno i controlli a tutti rendendoci sempre meno liberi , mente loro si aumentano gli stipendi e mettono leggi contro il popolo europeo e contro l’ Europa
Del resto sia la prima che seconda guerra è stata in Europa , inutile parlare di Europa ha cessato di esistere come popoli nel 1945 ora è solo un espressione economica dove chi ci sia o non ci sia è la tessa cosa ,è solo un numero

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