Roma, 2 gen – Le Ong augurano un buon anno all’Italia, metaforicamente parlando si intende. Diciamo che, considerati i numeri pazzeschi che ha testimoniato il disastroso 2023 in termini di immigrazione clandestina, le navi e le organizzazioni dei sedicenti “salvatori” hanno ben donde di che festeggiare, quindi ci permettiamo di ipotizzare un clima di assoluta festa a tinte colorate e – ovviamente – sempre più scure.
Un 2023 disastroso sull’immigrazione clandestina
I dati del Viminale sono imbarazzanti: nel 2023 l’aumento degli arrivi è stato del 50%. Propensioni, tendenze, confermate anche dal Capodanno 2024. Scoccata la mezzanotte del 31, già due arrivi a Lampedusa hanno messo la “firma” sul nuovo anno in modo non diverso da come erano stati già “griffati” i convulsi 12 mesi dell’annata appena trascorsa. Novantuno persone nell’isola siciliana, soccorse da una motovedetta di Frontex. Provenienze? Le solite: Guinea, Mali, Gambia. Il tuto mentre l’hotspot dell’isola, come da tradizione, scoppia: 981 clandestini di cui i classici “77 minori non accompagnati”.
Le Ong ferme al porto di Bari
Le Ong forse festeggiano, ma alcune di loro stanno ferme: su tutte, la nave Ocean Viking della Ong Sos Mediterranee, in stato di blocco al porto di Bari. L’imbarcazione era giunta nel porto pugliese il 30 dicembre e aveva consentito lo sbarco di altri 244 clandestini. Ovviamente, se la prendono con il governo: “Le autorità italiane accusano la Ocean Viking di non aver rispettato le istruzioni di procedere senza indugio e con rotta diretta, verso il luogo di sicurezza assegnato. Supponiamo che la nostra presunta inosservanza consista in un piccolo cambiamento avvenuto dopo aver ricevuto la segnalazione di un caso di pericolo con almeno 70 naufraghi a sole 15 miglia nautiche di distanza”. Secondo la Ong il salvataggio non sarebbe avvenuto perché “la posizione aggiornata dell’imbarcazione in difficoltà ha poco dopo mostrato che l’imbarcazione in pericolo si trovava a 60 miglia nautiche più a nord. A quel punto la Ocean Viking, non essendo più in grado di prestare assistenza, ha immediatamente ripreso la rotta verso il porto di Bari che è stato raggiunto senza alcun ritardo”. “Se seguire il diritto marittimo internazionale è un crimine, noi siamo colpevoli”, afferma Anita, coordinatrice della ricerca e del soccorso a bordo della Ocean Viking evidenziando che “stiamo pagando questa piccola deviazione con il secondo fermo in due mesi”.
Nel frattempo domenica a Civitavecchia un’altra Ong, la Open Arms, ne aveva fatti sbarcare altri 54. Ma l’assedio delle navi umanitarie non termina qui: domani è previsto l’arrivo della Geo Barents a Ravenna, con altri 336 clandestini a bordo. Insomma, buon anno Italia, le Ong sono pronte a garantire un’altra stagione di passione.