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Il calcio si inchina: Andrea Pirlo appende le scarpette al chiodo

by Giacomo Bianchini
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Roma, 7 nov – La semifinale di Eastern Conference della Major League Soccer – l’equivalente a stelle e strisce della nostra Serie A – fra New York City e Columbus Crew verrà ricordata dagli appassionati di calcio come l’ultima esibizione di quello che può essere definito come il miglior regista della storia del calcio mondiale: ladies and gentlemen, direbbero da quelle parti, cala il sipario sulla fantastica carriera di Andrea Pirlo da Flero, provincia di Brescia.

Ad annunciarlo lo stesso “Maestro” tramite un tweet contenente le sue parole. Un addio al calcio giocato tramite il più classico dei cinguettii, parole affidate alla modernissima tecnologia. Fa quasi sorridere se si pensa che Pirlo ha sempre fatto parlare i suoi piedi: cambi di gioco al millimetro, punizioni chirurgiche ed un estrema eleganza che lo hanno portato a vincere tutto partendo dalla provincia, da quel lontanissimo 21 maggio del 1995 quando esordisce in un Brescia già retrocesso. Da lì il salto nel calcio che conta con il trasferimento a Milano, sponda Inter, che, salvo la parentesi a Reggio Calabria, diventerà il palcoscenico dove esibirsi.

Non ce ne vogliano i tifosi interisti, ma è la casacca rossonera a trasformare Andrea Pirlo: nell’estate del 2001 infatti approda al Milan e ci resterà per un decennio colmo di trionfi. Con il club di Silvio Berlusconi vince due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana, due Champions, due Supercoppe Uefa ed una coppa del mondo per club.

In mezzo ai trionfi rossoneri impossibile dimenticare quel geniale filtrante a Fabio Grosso per il vantaggio della nazionale contro la Germania nella bolgia di Dortmund che indirizza i ragazzi di Lippi verso la finale di Berlino vinta ai rigori contro la Francia.

andrea pirlo juveDopo dieci lunghi anni, Pirlo viene scaricato dal Milan per passare incredibilmente alla Juve. Cambia la città, ma non l’estro: il Maestro guida sapientemente il centrocampo bianconero sotto la guida di Conte prima e di Allegri poi, con il quale sfiora l’ennesima Champions nella finale dominata dal Barcellona allo Stadio Olimpico, proprio dove pochi anni prima aveva alzato al cielo la coppa del mondo con l’Italia.

Proprio lì si conclude la carriera italiana: gli Stati Uniti lo attendono. Il resto è storia recente, con un addio attraverso twitter con il quale ringrazia tutto il mondo del pallone. No, caro Andrea, è il mondo del calcio a ringraziarti.

Giacomo Bianchini

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